domenica 13 dicembre 2015

Oggi bevo: Riesling Altenberg de Bergheim Vieilles Vignes 2007 - Gustave Lorenz

Preso per meno di venti euri in una gastronomia alsaziana a Parigi poco prima di prendere - e quasi perdere -  il treno.
Arriva da Gustave Lorenz, azienda che non conosco, dev'essere discretamente grande mi par di capire.
Comunque ad averne: subito idrocarburo a fuoco, appena si scalda esce tutto quello che ti aspetti da un riesling di razza: l'agrume candito, il miele, il frutto tropicale. Bello e buono.
Grasso e scattante insieme, meno alsaziano di quanto pensassi: bassissimo residuo zuccherino e fisico slanciato.
E' finito in un amen.
Mi è piaciuto molto.

martedì 8 dicembre 2015

Oggi penso: abbinamento si, abbinamento no

Ieri sera l'incontro quasi fortuito con Cristian (aka Vinodromo) e Lorena è stata l'occasione, guarda un po', per stappare una bottiglia.
Ci siamo trovati da Vinoir, pregevole localino a sud di Milano dedito alla diffusione del verbo del vino naturale e abbiamo optato per lo stappaggio del fiano 2012 di Cantina Giardino.
Fermentazione spontanea, breve macerazione, legno e vetro.
Vino tiratissimo, estremo e al limite del difetto. Volatile (acetica?) sparata a mille, solo scaldandosi esce un po' di dolcezza, prevedibile tra l'altro. Un vino poco territoriale, figlio di scelte stilistiche estreme ed eccessivamente caratterizzanti, potrebbe essere qualsiasi cosa.
Un esercizio di stile insomma.
Lorena teorizza che insieme ad un formaggio a crosta lavata e pasta molle sarebbe matrimonio d'amore. E in effetti l'arrivo del formaggio lo aiuta.
Tornato a casa mi siedo a tavola e finisco una mezza bottiglia di Creatarium Brut Nature, un tutt'altro che disprezzabile spumante de La Rocchetta (dev'essere una nuova linea, non ne so molto).
Mangiando un boccone di Gorgonzola piccante il vino cozza in maniera terribile generando sapori metallici davvero poco piacevoli. Ma rimane un buon vino.
In conclusione: il vino buono è buono a prescindere mentre un buon abbinamento, per quanto azzeccato,  non salva nessuno.

venerdì 4 dicembre 2015

Oggi bevo: i vini bianchi vanno bevuti giovani. Ma anche no.

Per i miei quattro lettori è la scoperta dell'acqua calda ma tutt'oggi è ancora un mito da sfatare.
Spesse volte i bianchi sono più buoni dopo un anno o due di maturazione in vetro (senza stare a scomodare le grandi etichette).
Due gli esempi, didascalici direi, stappati e bevuti di recente con grande gusto: la malvasia Sorriso di Cielo 2012 di La Tosa e il verdicchio classico superiore Bucci sempre 2012 dell'omonima azienda.
Vini che sono rimasti in cantina un annetto o poco più (ho poca pazienza e poche bottiglie) ma che avrebbero potuto rimanerci per molti altri
Il primo arriva dai colli piacentini: è una malvasia di Candia dal profilo ricco, mentolato, fresco e accattivante, dal sorso saporito e finemente agrumato, pieno e gustoso. Peccato fosse l'ultima bottiglia.
Il secondo è un caposaldo dell'enologia marchigiana, uno dei verdicchi più classici in assoluto e nelle annate migliori un maratoneta. L'anno di bottiglia ne ha ampliato il profilo aromatico rendendolo molto più sfumato e ampio, meglio ancora il sorso: pieno, largo, sapido e fresco. Da manuale.
Tutti vini che si comprano con meno di 15€.
Ad averne.
P.S.: adesso in frigorifero aspetta sorniona una bottiglia de Il Maggiore 2012 di Ottaviano Lambruschi, staremo a vedere...