sabato 15 novembre 2014

Oggi ricordo Pino Ratto

Ho letto pochi minuti fa in rete che Pino Ratto ci ha lasciati.
Fui suo ospite in cantina nella cascina degli Scarsi ormai diversi anni fa. Era già anziano ma ancora in gamba, c'era brutto tempo quel giorno e al posto che andar per vigne girammo per Ovada, io e lui. Mi raccontò la storia della sua città, passeggiando per le vie entrammo in chiesa per vedere degli affreschi. Era domenica e stavano celebrando la messa. Quando chiesi se era opportuno passeggiare per la chiesa piena di gente per la funzione mi rispose: "ma no, non ci danno mica fastidio!". Fu amore incondizionato.
Passammo una bellissima giornata insieme, tra racconti, assaggi e scambi di opinione. Dolcetti memorabili i suoi, senza se e senza ma.
Questo è il mio saluto.
Alzo il calice alla tua Pino.
Che la terra ti sia lieve.

sabato 21 giugno 2014

Oggi compro casa

E' fatta: mercoledì scorso ho firmato il firmabile e sono diventato proprietario di un fantastico bilocale a Milano. E di un debito che mi porterò dietro per trent'anni...
Ora mancano solo i mobili, la cucina e gli elettrodomestici. Dettagli.
Per festeggiare abbiamo stappato Cavalleri Pas Dosè 2009, probabilmente uno dei Franciacorta più buoni che si possa bere: chardonnay 100%, potente e secco, vibrante in bocca, profondo e complesso al naso. Sono curioso di stapparlo tra qualche anno.
E poi il Giulio Ferrari 2001. Rimango del parere che il Giulio è lo spumante più buono che si possa stappare in Italia: le uve, anche loro solo chardonnay, arrivano dal magico Maso Pianizza situato vicino a Trento tra i 500 e i 600 metri d'altezza. Il vino che nasce da quel vigneto riposa sui lieviti una decina d'anni prima del dégorgement.
Salato e minerale, ricco, potente e allo stesso tempo di un'eleganza senza tempo. Crema, agrumi, sassi. Ci senti tutto e il contrario di tutto fuso in un equilibrio magistrale. Ne voglio ancora!!!
Ferrari sarà anche azienda dai grandi numeri ma ha uno standard qualitativo e competenze tecniche talmente alte da essere una delle migliori aziende spumantistiche italiane, ne sono convinto.
Due bottiglie che col mutuo da pagare berrò sempre meno spesso...
i padroni di casa

il Giulio

la mamma e il papà che hanno messo mano al portafogli: grazie

Cavalleri pas dosè 2009

giovedì 5 giugno 2014

Oggi bevo: Cuprese, Verdicchio Classico superiore 2012 - 1994 - Colonnara

Qualcuno disse: il verdicchio è uno dei più grandi vini bianchi da invecchiamento che abbiamo in Italia.
Parole da scolpire nella pietra.
Il Cuprese è un Verdicchio Classico Superiore, cavallo di battaglia di Colonnara. Segue un protocollo di lavorazione superclassico che prevede la fermentazione in acciaio e la maturazione per qualche mese negli stessi contenitori. Poi bottiglia e tempo. Tanto, tanto tempo...
In realtà in passato il Cuprese era un Verdicchio Riserva, non so perché sia stato "declassato".
Abbiamo stappato le annate 2012, 2011, 2010, 2008, 2004, 2002, 2001, 1995, 1994.
Caleiodoscopico il 2010 che nel bicchiere alternava note di incenso (Mauro docet) a quelle più classiche di miele amaro, il vero fil rouge che legava questi 20 anni di verdiccio. Anche il pepe bianco ad un certo punto.
Giovani, giovanissimi il 2011 e il 2012. L'evoluzione si è iniziata a vedere col 2008, dove la maturità ha arrotondato i profumi, il miele è diventato più ricco e presente. Il sorso era perfettamente in linea: pieno e lungo, dolce di miele e secco in chiusura.
La 2004 aveva dei problemi purtroppo. Era ossidata, il tappo non ha tenuto.
Poi è stato il turno della famigerata vendemmia 2002, sempre Mauro discutendo dice: se c'è una bottiglia sulla quale non avrei scommesso è questa. Come dargli torto: insieme alla 2003 fu una delle vendemmie più problematiche del decennio scorso.
Il Cuprese 2002 è stato il vino della serata: quando si dice "l'eccezione che conferma la regola".
Nessun cenno di ossidazione, neanche l'ombra. Un naso talmente intenso, squillante e colorato da sembrare un altro vino. Potente, fresco, equilibrato, vivo. Dopo 11 anni di bottiglia.
Come abbiano fatto non lo so, comunque mi tolgo il cappello.
Davvero grande.
Molto buono il 2001, più classico, minerale. Per sua sfortuna aveva di fianco l'annata 2002.
Ed eccoci ai maggiorenni 1995 e 1994. Questi sono vini maturi che nonostante l'ossidazione evidente si mantengono vivi e integri.
Un'altra dimensione del verdicchio. Il 1994 forse era un gradino sopra, di sicuro aveva il fascino dei 20 anni.
Quattro lustri.
La cura giusta per chi, sbagliando, è ancora convinto che il vino bianco va bevuto giovane.

Per ultimi ma non meno importanti i ringraziamenti: a Mauro che ha voluto condividere anche con me questo piccolo tesoro e a Cristian, suo socio al Vinodromo che ha seguito tutta la parte organizzativa ed è stato oste d'eccellenza.

Il Vinodromo - Milano, in via Salasco 21
Tel. 02 32960708
info@ilvinodromo.it

venerdì 16 maggio 2014

Oggi bevo: bottiglie random

Il Vigna Montebuono 2011 del grande Lino Maga è buono, molto buono. Il 2011 è stata senz'altro annata calda e asciutta, il vino è secco, pieno, salato. Il tannino ancora da domare, pulisce ed asciuga. E' una di quelle annate dove gli zuccheri vanno a zero, quelle che preferisco, ma il Barbacarlo prima e Montebuono poi sono i miei vini del cuore che amo a prescindere dalle caratteristiche dell'annata.
Perché ne sono in assoluto lo specchio più sincero che si possa trovare in Oltrepo.
 Trebbiolo 2012, La Stoppa. Tecnicamente un vino IGT, in pratica un gutturnio. Fermentazione spontanea e affinamento in vasca d'acciaio. La riduzione iniziale non mi spaventa, conosco i vini di Elena Pantaleoni e, soprattutto le riserve dietro una patina di rusticità rivelano grande sostanza e materia.
Il Trebbiolo ne è la versione easy, gutturnio terroso, ha spigoli ma non graffia. Poco impegnativo, vuol essere bevuto senza tante cerimonie. Annata calda la 2012 ma il vino non ne risente, bella freschezza ed equilibrio.
Vivo pop, mi è piaciuto.
Alnus 2012, I Custodi delle Vigne dell'Etna. Nerello mascalese e il 20% di nerello cappuccio, vigne a 650 metri d'altezza.
Bello e buono. Il naso inizialmente dolce e un po' monocorde all'apertura si è pacato il giorno dopo mostrandosi più sussurrato e minerale. Bello il colore brillante e bella freschezza gustativa, legati dall'acidità mai sopra le righe. Tutto molto buono insomma. Però, come dire, non è scattata la scintilla.
Mi è piaciuto? Si. L'ho amato? No.
Lo riberrei? Si, alla fine.

martedì 22 aprile 2014

Oggi bevo: Le Cupole 2011 - Tenuta di Trinoro e Amarone della Valpollicella Vigneti di Ravazzol 2008 - Cà la Bionda

Ravazzol davanti e dietro la bottiglia - vuota - di Le Cupole
Aspettavo questa Pasqua come manna dal cielo (per rimanere in tema). Da quando ho iniziato a lavorare da Signorvino stappo decine di bottiglie ma sono sempre più rari i momenti in cui posso sedermi a tavola e bere con la calma e il tempo che serve per divertirsi sul serio.
Sono partito sabato sera a cena con Marco (qui il suo resoconto) ed è finita a casa dei miei domenica a pranzo.
Delle tante bottiglie bottiglie messe in tavola voglio raccontare delle due che più mi hanno colpito: la prima è stata Le Cupole 2011 di Tenuta di Trinoro.
Trinoro, appunto, è azienda che conoscevo solo di fama. Vendiamo i loro vini in negozio a prezzi (di mercato) che sono ben lontani dalle mie possibilità. Poi è arrivato Le Cupole 2011 e ne ho comprata una bottiglia. La scheda tecnica dice che è un uvaggio bordolese a maggioranza cabernet franc con un 20% di merlot il 7% di cabernet sauvignon e il 7% di petit verdot.
E' il vino base dell'azienda, tirato in 70 mila bottiglie.
Una bomba. Fino a due giorni fa avevo etichettato la vendemmia 2011 come una delle peggiori negli ultimi anni, devo ricredermi: evidentemente la bontà o meno di un'annata è relativa al risultato che vuoi - e sai -ottenere. Le Cupole 2011 che normalmente guarderei col sopracciglio alzato: uvaggio alloctono, annata calda e 15° dichiarati. Poi lo stappi, lo versi e sorridi. Il vino che vedi nel bicchiere è scuro e denso e bello. Lo metti al naso e la ricchezza ti travolge. La potenza dell'annata è dominata dal cabrnet franc con le sue note di geranio a corredo di un frutto pieno, ricco, sfaccettato e sopra tutto mai sopra le righe.
In bocca è forse meglio: avvolgente, saporita, matura e succosa. Tannino di razza e struttura potente, il 15% di alcol è talmente ben integrato da non farsi nemmeno notare. Come dice la pubblicità. la potenza è nulla senza controllo. Se tanto mi da tanto chissà cosa sono i vini di alta gamma di Trinoro...
Dopo Le Cupole ho stappato un Amarone della Valpollicella: Vigneti di Ravazzol 2008 di Ca' la Bionda.
Paradossalmente stappato dopo Le Cupole sembrava quasi sottotono poi, col passare dei minuti il vino ha cambiato registro e si è dimostrato per quello che è: un grandissimo Amarone.
Un vino classico nella sua accezione migliore, un Amarone quasi d'antan dove al posto della potenza e della dolcezza che omologano gran parte dei tanti vini della Valpollicella mette in primo piano eleganza e classe. Un vino serio, composto e rigoroso. E che fa del'appassimento un mezzo e non un fine. La ciliegia sotto spirito al naso, il tannino ancora da domare, il sorso morbido ma secco, asciutto e la bocca scorrevole, mai stancante o noiosa.
Non deve dimostrare nulla e non strizza l'occhio a nessuno. Questo è l'Amarone.

giovedì 17 aprile 2014

Oggi bevo: Franciacorta Blanc de Noir 2009 - Le Marchesine

Ieri sera una bolla per festeggiare era necessaria.
La scelta è caduta sul Franciacorta Blanc de Noir 2009 di Le Marchesine.
Neanche a dirlo pinot noir in purezza. Partenza al fulmicotone con un vino color oro vero, luminoso e ricco di riflessi ramati. Bolla fine e costante, l'aspetto racconta eleganza e struttura, quasi opulenza.
Il naso affascina, il pinot si esprime con classe, more e gelatina di more, ribes, radice di liquirizia e una bella vena minerale.
Anche il sorso non delude le attese: pieno e largo, morbido ma mai stancante. Freschezza e sapidità bilanciano alla perfezione una materia sopra la media in maniera magistrale.
Davvero un gran vino.

P.S.: il vino in questione come molti altri che seguiranno l'ho preso al negozio dove lavoro. Visto che normalmente li vendo sottolineo che altrettanto normalmente li pago.
Quindi le bottiglie che vedrete recensite su questo blog saranno acquisti personali come lo sono stati fino ad ora, salvo rari casi che non mancherò di evidenziare.

mercoledì 9 aprile 2014

Oggi bevo: Praecipuus 2010 riesling renano - Roeno

 Se dovessi pensare ad un riesling Verona è probabilmente l'ultimo posto che mi verrebbe in mente.
Invece sarà che la vigna è a 640 metri d'altezza (e non propio a Verona), sarà l'annata fortunata e sarà che in cantina avevano le idee chiare, il risultato è che questo Praecipuus mi è piaciuto molto.
Naso di pesca bianca, mela grattuggiata, ananas, agrume maturo, idrocarburo e camomilla.
Sorso ritmato e pieno, acidità importante e leggero residuo zuccherino. Bella beva e carattere.
Ci stà.

mercoledì 26 marzo 2014

Oggi saluto: Mike e gli amici di Signor Vino Verona!

Oggi era l'ultimo giorno, da domani Mike sarà il nuovo boss a Verona. E' stato un maestro prezioso e gli faccio tutti i miei auguri per la nuova avventura che sta per affrontare.
A Milano sarà diverso, sarà più duro e non c'è dubbio. Ma il posto è fico e i colleghi anche.
Sai come si dice: quando il gioco si fa duro...
Ci siamo salutati così:
 

http://www.pelissero.com/vini/Barbaresco-docg-Vanotu-Riserva.html
Barbaresco Vanotu riserva 2004 - Pellissiero
 

http://www.collemassari.it/it/prodotti-poggio-di-sotto/rosso-di-montalcino.html
Rosso di Montalcino 2009 - Poggio di Sotto.
Valpollicella Superiore DOC 2006 - Romano Dal Forno
Se non sbaglio qui sbicchieravo Passopisciaro Contrada Sciaranuova 2009
Champagne Carpe Diem extra brut Rosè de Saignée - Grognet
Poi, senza foto: Passopisciaro Sciaranuova 2009, Ferrari Perlè Nero 2006, Amarone Classico Le Ragose 2006, Amarone Classico Ca La Bionda 2007, Amarone Classico Vigneti di Ravazzol 2008 Ca La Bionda, Lowengang cabernet sauvignon Rarum 1998 Tenute Lageder.
A proposito, vado a memoria quindi è facile che qualche bottiglia me la sia scordata. Comunque una bottiglia più buona dell'altra.
Aspettando l'occasione, e arriverà, per stappane altrettante.

SIGNOR VINO ROCK 'N ROLL!

mercoledì 5 marzo 2014

Oggi lavoro: SIGNOR VINO

Ora posso scriverlo sereno.
Ieri è stato il mio primo giorno di lavoro da Signor Vino a Milano, in piazza del Duomo.
Lavoro nuovo, tanto da imparare e tanto da studiare.
Ma già il fatto di essere sotto la Madonnina di Milano e circondato da qualcosa come un migliaio di etichette non può che mettermi il sorriso.

P.S.: la foto l'ho presa dal sito di Marie Claire, spero non me ne voglia!

mercoledì 26 febbraio 2014

Oggi vedo: film, film e ancora film

 
Gravity, regia di Alfonso Cuaron. Praticamente un one man (girl!) show di Sandra Bullock. Un film di sopravvivenza e riscatto, dallo sguardo bellissimo e dalla tensione costante. Un blockbuster, certo, ma di quelli da non mancare.
12 Anni Schiavo, regia si Steve McQuinn. Immaginate di addormentarvi da uomo libero, lavoratore con moglie e figli, una bella casa e di svegliarvi in una cantina sconosciuta, incatenato al muro.
Se la storia non racconta nulla di nuovo sull'argomento è la messa in scena che fa la differenza. Un pugno nello stomaco forte e raffinato al tempo stesso. Bello vero.
Fassbender micidiale.
Prisoners, regia di Denis Villeneuve. Thriller anomalo, dilatato, scuro e disincantato. Merita!
The Wolf of Wall Street, regia di Martin Scorsese. E' già cult. La storia dell'ascesa e caduta di Jordan Belfort - un grandissimo Leonardo Di Caprio - sedotto e abbandonato dal dio denaro. Adrenalinico, sconcio e osceno ritratto dell'America capitalista degli anni '80/'90. La peggiore.

P.S.: attenzione, il link sui titoli dei film portano alle rispettive pagine su Wikipedia dove, spesse volte, è scritta la trama dall'inizio alla fine. Quindi se non volete sapere che l'omicida è il maggiordomo fate attenzione a leggere solo quel che vi interessa.
E buona visione!

martedì 11 febbraio 2014

Oggi bevo: Kuddia delle Ginestre 2011 - ABX Vigne di Pantelleria

Stappato ieri sera su un piatto di spaghetti con finocchietto selvatico, acciughe e pan grattato tostato.
Fresco del ricordo della vendemmia 2010 bevuta poco tempo fa il 2011 si rivela annata meno riuscita, l'alcol è leggermente sopra le righe e chiude leggermente amaro. Il 2010 era generalmente più fresco ed elegante.
Detto questo il vino è buono si o no?
Si! Stiamo sempre parlando di uno zibibbo secco, quindi un vino dalla forte connotazione aromatica ma dal carattere nordico. Come già scritto per il 2010: non è il mio vino come non lo sono spesse volte gli aromatici ma se abbinato bene lo bevo volentieri.
Nota a margine, ma neanche tanto: a Milano lo prendi all'Esselunga con meno di 7 euri.
Fate voi...
Kuddia delle Ginestre 2011

domenica 9 febbraio 2014

Oggi bevo: Rossese di Dolceacqua, o della tipicità...

A: tieni, senti 'sto calice di vino.
B: beh, non è male, un po' peso ma ho bevuto di peggio. Che roba è?
A: e bravo, dimmelo tu!
B: aaaahh, ok, devo beccarlo alla cieca? Va bene, ci sto. Però lo sai che di norma prendo delle cantonate tremende.
A: tranquillo, nessun problema. Quindi?
B: il colore è un bel rubino, scuro e compatto ma di belle trasparenze. Il naso non so, legno a manetta. Il sorso ha spessore e un tannino piuttosto incazzato. Sparo: Toscana, cabernet. C'ho preso?
A: cabernet sauvignon toscano? Mmmh, perché?
B: ho una regola: "se non sai cos'è è cabernè barriquè". Non hai idea di quante volte funziona!
A: sei un cretino, ma non posso darti torto.
B: allora me lo dici o no che roba è?
A: si si, te lo dico. E' il Rossese di Dolceacqua Superiore 2008 di Terre dei Doria.
B: un rossese? O cazzo, non lo avrei mai detto. Me lo sarei aspettato molto più tipico, fresco e sul frutto!
A: mi sa che siamo daccordo, te ne verso ancora un po'?
B: no no, grazie. Sto a posto così...


sabato 8 febbraio 2014

Oggi bevo: bottiglie sparse...


Champagne Jean Larrey Cuvee Gustavie 2005: Champagne dritto e compatto, bellissima freschezza, al momento forse poco articolato al naso, sicuramente dal timbro chiaro e limpido. Sboccatura molto recente, merita un adeguato riposo, il vino c'è.
 Poderi la Collina - Magnus Brut Rosè: nebbiolo metodo classico, bella bolla, naso croccante e bocca di buona struttura giocata su freschezza senza essere impegnativa. Non credo avrei riconosciuto il nebbiolo ma l'ho bevuto molto volentieri. Grazie Marco.
Tenuta Langasco - Nebbiolo d'Alba Sorì Coppa 2006: bevuto su un caciucco alla livornese si è rivelato un ottimo abbinamento e un piacevolissimo nebbiolo, struttura salda e compatta, tannino di bella grana e fittezza, naso discretamente moderno e articolato, bella profondità. Mi è piaciuto molto, anche a Riccardo.

Bodega Chacra - Barda 2010: pinot noir dalla Patagonia (Argentina), viticoltura biodinamica. TAPPAZZO MALEFICO!
Agriverde - Montepulciano d'Abruzzo Plateo 2001: montepulciano in purezza, dopo 9 o 10 anni di bottiglia è ancora nero come la pece. Sul serio: completamente impenetrabile, giusto l'unghia può far pensare ad un colore diverso dal nero. Il naso è scuro come il colore: terra, grafite e liquirizia. Sorso potente e saziante, impegnativo. Pure troppo.
Non vorrei essere frainteso però: non è un vino cattivo, anzi. Solo che vini così estrattivi e pesanti (IMHO, ovvio) non fanno per me.
Chateau Smith Haut Lafitte - Les Hauts de Smith 2011: che buono! Sauvignon bordolese, legno discreto e aromaticità contenuta, frutto elegante e bella speziatura. Bocca molto giovane e fresca, salivante e gustosa. Buono adesso ma sarà meglio in futuro, senza dubbio. Bevuto anche lui sul caciucco, abbinamento decisamente meno centrato. Ma bel vino sul serio.

lunedì 3 febbraio 2014

Philip Seymour Hoffman 23 luglio 1967 – 2 febbraio 2014

Chi avrebbe pensato di rimanerci così male, in fine è sempre stato un'insieme di pixel su uno schermo. Uno sconosciuto come tanti ne passano sul grande schermo.
Anzi no, non uno dei tanti: lui era uno di quelli che avrei voluto conoscere.
Uno dei miei attori preferiti, un interprete che faceva sul serio la differenza.
Onora il Padre e la Madre di S. Lumet, The Master di P. T. Anderson i primi due titoli che mi vengono in mente.
Un talento empatico, magnetico. Stasera ho alzato il calice alla sua.
Mi mancherà.
Philip Seymour Hoffman  23 luglio 1967 – 2 febbraio 2014

sabato 25 gennaio 2014

Oggi bevo: senza Titolo - bianco

Non ho mai fatto troppo caso all'ordine dei vini da presentare in tavola, certo difficilmente propongo un Barolo prima di un prosecco ma se devo stappare uno Champagne a fine pasto non mi faccio nessun problema.
In realtà non mi faccio nessun problema a stappare Champagne a qualsiasi ora del giorno ma questa è un'altra storia.
Venerdì sera invece ho/abbiamo avuto la netta impressione di aver sbagliato alla grande la sequenza delle bottiglie. Io scriverò dei bianchi, perché ancora non ve l'ho detto, ma dei rossi scriverà The Big Marco Riva sul Beverino.
Il primo vino, servito in caraffa, avrei detto essere un bianco macerato: colore, profumi erano inequivocabili per me. E invece no: il vino è l'Ansonaco Carfagna di Vigneto Altura, ansonica in purezza dall'Isola del Giglio e le bucce non le vede nemmeno. Un vino dai tratti rustici, un vino d'antan, ma anche un vino dannatamente buono dal sorso teso e ricco di sale. Fuori dai canoni, sorprendente.
Il secondo e il terzo vino sono stati l'Aglianico del Vulture Titolo 2007 di Elena Fucci e l'Etna Rosso Archineri 2009 di Pietradolce. Ma per saperne di più vi toccherà leggere il post sul Beverino. Curiosi, vero???
Il quarto vino servito è stato il fiano IGT Caserfatte 2011dell'az. Boccella. Non mi ha convinto, l'ho trovato maturo e mieloso, dal sorso poco scorrevole e senza grande personalità. Attenzione, non un vino cattivo o fatto male ma non un gran fiano secondo me. C'è da dire che l'annata non lo aiuta. Nemmeno l'essere servito dopo i due rossi...
Da riprovare in futuro.
Il quinto vino non era in programma ma di fronte ad uno Champagne chi è capace a dir di no? Se poi è 100% pinot noir, gran cru e millesimato...
Trattasi del 2005 di Hervy Qenardel: naso ricco, cremoso e sfaccettato. Spezie, agrumi, pasticceria. Bevendolo è successa una cosa curiosa: il primo calice era praticamente fermo. Tanto da aver pensato ad una bottiglia difettosa, strano perché il tappo era perfetto e la bottiglia in pressione. Dal secondo calice in poi il contrario: un'effervescenza quasi eccessiva! Misteri della rifermentazione in bottiglia... Comunque gran bottiglia, Champagne potente, acidità e struttura lo fanno godere adesso ma tra cinque anni sarà meglio. Certo come è certo che ad inizio serata lo avremmo goduto di più. Ma è andata così e noi siamo contenti lo stesso, e visto che oggi è il 25 gennaio 2014 ed è il mio 35° compleanno vi saluto ed esco a cena.
Salute!

mercoledì 22 gennaio 2014

Oggi bevo: Kuddia delle Ginestre 2010 - ABX Vigne di Pantelleria

L'altro giorno, passando tra i corridoi di Esselunga ho fatto la mia solita sosta di 45 minuti nella corsia dei vini. Ambra, spazientita, mi fa notare che conosco tutte le etichette a scaffale, millesimi compresi e dice di darmi una mossa.
L'obbiettivo era un buon bianco. La scelta stava per cadere sul sempreverde Podium 2011 di Garofali, quando l'occhio più in basso vede il Kuddia delle Ginestre. Guardo la bottiglia, vendemmia 2010.
Costa meno del verdicchio, proviamo.
A dirla tutta mi era già successo di bere il Kuddia delle Ginestre ma è passato davvero tanto tempo e non lo ricordo.
La scheda tecnica sul sito parla di zibibbo (moscato di Alessandria) da una vigna a 400 metri d'altezza esposta a nord, appassimento naturale al sole, vinificazione in legno e affinamento in acciaio.
Stappo: il colore non tradisce l'età, è un bel paglierino brillante di media intensità e nel calice si muove più svelto di quanto mi sarei aspettato. Buon segno.
La vera sorpresa arriva al naso: l'avessi bevuto alla cieca forse avrei beccato il moscato ma mai un vino di Pantelleria. Aromatico come dev'essere un moscato ma senza stucchevoli pesantezze o ridondanze, fresco e profumato di fiori e uva spina, pesca gialla e accenni di salvia.
Anche in bocca è piacevole, di buona struttura e mai ingombrante, secco e morbido, l'alcol c'è e scalda ma non eccede e arrotonda il sorso.
I vini aromatici da moscato o traminer generalmente non sono nelle mie corde - spesso eccessivi e stucchevoli - ma devo dire che questo l'ho bevuto volentieri. Misurato e piacevole, può essere una valita alternativa ai più famosi gewurztraminer altoatesini. Sono curioso di come evolverà nel tempo. Intanto la prossima volta lo provo su una cucina speziata.

martedì 21 gennaio 2014

Oggi bevo: non lo so.

Il primo post dell'anno lo scrivo passata la mezzanotte del 21...
E non è che abbia molto da scrivere in realtà, a parte qualche Champagne stappato la notte di capodanno bottiglie memorabili non ne ho bevute.
A dirla tutta non ho nemmeno tanta voglia di bottiglie che richiedono la giusta attenzione, ho molti pensieri per la testa e spesse volte mi trovo a preferire una birra senza pretese ad un vino che sicuramente mi darebbe molto di più in termini di emozioni e piacere gustativo.
Però qualcosa in cantina arriva lo stesso: il Vigna del Lume 2012 - biancolella in purezza dalla vigna omonima. Mi dicono essere uno tra i migliori bianchi prodotti ad Ischia. Titolo 2007 - aglianico in purezza di Elena Fucci, senza dubbio uno dei migliori vini che arrivano dal Vulture. Nobile di Montepulciano Antica Chiusina 2004 - è la punta di diamante di Fattoria del Cerro (Sai Agricola), mai bevuto prima, ma sono fiducioso...