martedì 28 febbraio 2012

Oggi (ri)bevo: Barbera d'Asti DOC Superiore Cardin Selezione 2004 - Cascina Roera

Chi conosce i vini di Cascina Roera alzi la mano.
Io per primo non ricordo come ho fatto a conoscere ques'azienda.
Certo, è di storia recente.
Aderisce a VinNatur, e questo è buono. Indipendentemente dalle derive integraliste che talvolta ammorbano il mondo del vino un'attenzione particolare all'agricoltura e al vino (inteso come espressione di territorio e cultura) sono, secondo me, da premiare.
Fanno vino, è ovvio, direte voi. Mica tanto, dico io.
La Cardin Selezione è la barbera top: fa qualcosa come settanta giorni di macerazione, matura per due anni in legno ed altrettanti in vetro.
Son passati quasi due anni da quando stappai l'ultima bottiglia.
Ed oggi è ancora più buona. Il colore ad esempio è rubino granata splendente. Naso ricco, profondo, classicheggiante: fiori secchi, cannella, buccia d'arancia, ciliegie sotto spirito, noci. Serioso e delicato al tempo stesso, affascinante. Il sorso è velluto: caldo e dolce, la notevole carica alcolica (15°) è retta da una vena acida brillante e piacevole. In chiusura una scia tannica finissima di grande eleganza.
Vino da meditazione? Anche. Sul sito suggeriscono l'abbinamento con un buon cioccolato fondente, direi che ci sta.

venerdì 24 febbraio 2012

Oggi bevo: Langhe nebbiolo doc 2008 - Fratelli Barale, Arcolaio riesling superiore doc Oltrepo Pavese - Marchese Adorno

Il nebbiolo è, parere mio, uno dei migliori vitigni al mondo.
Capace di leggere il territorio come pochi, dona vini dalla finezza, profondità e tenuta leggendarie.
Va da se che quando apro una bottiglia, che arrivi dal Piemonte o dalla Valtellina mi aspetto molto.
Con il Langhe nebbiolo del Fratelli Barale, purtroppo, non è scattata la scintilla.
Il vino è buono, niente da dire. C'è poi da considerare che si tratta di un prodotto "base" e non un più pregiato (e costoso) Barolo o Barbaresco.
Alla fine non mi ha lasciato nulla. Mancava quella spinta, quel carattere che fanno la differenza, che fanno grandi i vini delle Langhe. L'idea che mi son fatto è di un vino un po' "cerchiobottista", che possa piacere a molti senza spaventare nessuno. Tutto sacrosanto, sia chiaro. Sono io che mi aspettavo altro, forse di più. Probabilmente sbagliando.
Poco male, apetterò di bere qualcos'altro di Barale, magari con la docg...
Piacevole sorpresa il riesling renano superiore (nuova tipologia?) Arcolaio 2010 di Marchese Adorno. Bevuto in fretta e con soddisfazione dalla tavolata, merita un assaggio più attento. Croccante e sapido, frutta bianca dolce e una certa profondità olfattiva, alcolicità moderata e ottima beva.

lunedì 20 febbraio 2012

Oggi bevo: Redeo VDT 2008 - Pratum Coller

Curioso, non avevo mai pensato a vino bresciano che non fosse Franciacorta.
L'azienda si chiama Pratum Coller, è nata nel 2007 dalle tasche di Andrea Pirlo e famiglia.
La DOC di riferimento è quella di Capriano del Colle, a me sconosciuta fino a poco tempo fa. Uvaggi curiosi per questa DOC, che nel rosso prevede minimo il 40% di sangiovese e il 35% di marzemino.
Ho bevuto Redeo versione 2008, vino da tavola (insieme alla vendemmia 2007) perchè imbottigliato fuori zona a causa dei lavori di ristrutturazione della cantina. Uvaggio classico della zona, coltivazione biologica delle piante con circa trent'anni di età. Un anno di affinamento in acciaio prima dell'imbottigliamento.
Ultimamente tendo a scansare i pesi massimi in favore di vini più snelli e fragranti e questo non fa eccezione.
Rubino fino all'unghia, profondo e brillante. La linea olfattiva è tracciata da una bella vena vegetale che dona freschezza e vivacità, in bocca il sorso racconta un frutto più evoluto ma c'è una piacevole spinta acida a stimolare la beva. Il tannino del sangiovese è un filo polveroso, mai verde o amaro.
Mica male, fa il suo dovere dignitosamente a testa alta.
Prezzo non comunicato: bottiglia omaggiata dal buon Silvio che racconta grandi cose del loro bianco.

venerdì 10 febbraio 2012

Oggi scrivo: mestieri pericolosi...

Dal sito del Corriere della Sera: enologo cinquantenne morto affogato in 12.000 litri di vino.
E' un lavoro duro, ma qualcuno lo deve fare.

Oggi bevo: Vignamorello 2009 Colli Piacentini Gutturnio DOC 2009 - La Tosa

Di La Tosa si parla poco in rete, eppure è una delle migliori aziende in tutto il territorio piacentino. Lontani da protagonismi sfornano vini dalla qualità indiscutibile e dal preciso indirizzo stilistico.
Non fanno parte di nessun movimento particolare se non per la promozione della loro zona e credo, addirittura, che facciano ancora viticoltura tradizionale!
Il Vignamorello è il loro cru di Gutturnio (barbera e bonarda con la prima in leggera maggioranza). Mi raccontarono, tempo fa, che le piante destinate a questo vino all'interno della vigna Morello erano segnate con fiocchi colorati.
Accennavo allo stile qualche riga fa. Ecco, i vini di Stefano Pizzamiglio sono sempre stati inconfondibili. Grande estrazione e maturità di frutto, senza mai scadere in mollezze o surmaturazioni. Il Vignamorello 2007 ad esempio, nonostante targasse 15° in etichetta, riusciva ad interpretare l'annata caldissima con un vino pieno, equilibrato, perfettamente bevibile e golosissimo! Usano i legni piccoli in azienda, ma il passaggio dei vini dura pochi mesi e serve a stabilizzare il vino, non a modificarne il profilo aromatico.
Il 2009 nel bicchiere è scuro e brillante, si muove più svelto di quel che ti aspetti. Al naso tracima frutta nera di rovo, dalla mora alla prugna, meno la ciliegia. Dolce, maturo e succoso. Floreale di viola e qualche fresca striatura verde a impreziosire un insieme opulento e perfettamente calibrato. Il sorso non ha la concentrazione che ricordavo, anzi, ha una struttura che unisce splendidamente bevibilità (acidità della barbera?), succo e concentrazione. Equilibrio e maturità, grande perizia in vigna e in cantina.
Buono davvero.