domenica 30 dicembre 2012

Oggi bevo: Champagne Cuvèe du Hordon - Pascal Redon

Un grande vino non può mai mettere d'accordo tutti, e questo Champagne conferma la mia personalissima teoria.
Simona mi dice: "Gabry, non mi piace. Sa di piedi."  E Riccardo commenta: "le perle ai porci...". Per Leo è buono ma troppo, ad Ambra piace e Brunella deve guidare.
Io, incantato, bevo.
Uno Champagne sontuoso, ricco, complesso e tremendamente affascinante.
Davvero una gran bevuta.
E buon 2013 a tutti!

venerdì 28 dicembre 2012

Buone feste a tutti!

Alla salute!
Battaglia fra terroir...


La parte più bella del mio Natale.

Very good!!!


Non impazzisco per il sauvignon ma ad avercene così!




Chi ha detto che in Oltrepo' non si beve bene?

Ah, la France...

lunedì 17 dicembre 2012

Oggi bevo: Marsannay AOC 2009 - Chateau de Marsannay

Il mio primo rosso di Borgogna. Un village, nel caso Marsannay.
Lo fa, appunto, Chateau de Marsannay.
Non so se sia buono in senso assoluto, ho poca esperienza col pinot nero, quel poco bevuto era italiano. Certo è che questo Marsannay nonstante la giovane età mi è piaciuto come pochi. Elegante, profumato, succoso e fine come ho sempre immaginato che un pinot noir dovesse essere.
Buono vero, grazie Carlo!

giovedì 6 dicembre 2012

Oggi (ri)bevo: Gavi DOCG Filagnotti 2008 - Cascina degli Ulivi

L'ultima volta non era andata benissimo. Bottiglia poco felice e molto puzzona. Può succedere se lavori come lavora Stefano Bellotti di Cascina degli Ulivi: biodinamica in vigna, fermentazioni spontanee, zero chiarifiche, filtrazioni e solforosa. Insomma, la bottiglia sbagliata può capitare, lo sa lui e lo sai tu.
Questa volta è andata meglio, decisamente. Ho bevuto il Filagnotti che ricordavo, con quei profumi un po' bucciosi, dove una punta di acidità volatile non disturba, serve a dare slancio. Da perfetto vin de soif mostra un sorso leggero ma mai magro, segnato dai tratti salienti dei Gavi di Cascina degli ulivi: sapidità e acidità. Un vino che bevi e ri-bevi, con gusto. Disseta, è cordiale e piacevole. Naturale, come naturale vien berlo.
Un altro Gavi. Buono.

martedì 4 dicembre 2012

Oggi bevo: Terblanc igt 2011 - Cinque Campi

Stappato al volo, domenica sera. Avrebbe dovuto accompagnare una scintillante aglio olio e peperoncino ma non l'ha fatto. Sarà stata la sete mia e di Emanuele ma la bottiglia è finita prima di toccare tavola, prima ancora che il vino avesse modo di esprimersi a dovere nel calice. Poco male: era buono comunque.
Terblanc 2011: trebbiano in purezza, vinificato in rosso sulle bucce per tre giorni, prima fermentazione in acciaio e seconda, coi suoi lieviti, in bottiglia.
Lo fa Cinque Campi, quasi 700 bottiglie che potete comprare per 7.50€ l'una.

martedì 27 novembre 2012

Oggi scrivo: La Terra Trema 2012, impressioni, ricordi e bevute.

Parto con un buon proposito per l'anno prossimo: frequentare La Terra Trema come merita, ovvero non limitarmi ad un pomeriggio di assaggi alla volé ma frequentare anche le degustazioni e i dibattiti, magari per più giorni. Anche perché un pomeriggio non basta a visitare nemmeno la metà dei banchetti che vorresti.
Detto questo è andata bene, ho saltato qualche vecchia conoscenza per provare nuovi vini e qualcosa di buono ho trovato, altroché.
Le malvasia di Gino Nicolini ad esempio, oppure gli ottimi Barolo di Rocche Viberti.
Il bianco della giornata è stato senza dubbio il Verdicchio Riserva gli Eremi 2010 di La Distesa: teso come un arco, ha il passo del campione. Sono miracolosamente riuscito a prenderne una bottiglia, è andato a ruba. Complimenti a Corrado. Molto buono anche il Terre Silvate 2011, chissà perché glielo hanno bocciato alla doc. Il mio rosso preferito è arrivato dalla Sardegna: Barrosu riserva 2009, un cannonau da resuscitare i morti. Sardo nell'anima. Mi è spiaciuto non prenderne una boccia, ma mi ero imposto l'acquisto di bottiglie attorno alle 10€ e il Barrosu purtroppo ne costava 25€, però che vino ragazzi. Un piccolo (?) Porto. Mi è piaciuta anche la batteria proposta da Cinque Campi con nuove interessanti bottiglie, ad esempio due metodo classico (spergola il bianco e lambrusco - non ricordo quale - il rosso) dalla presa di spuma breve, semplici, beverini e divertenti. Io, non amando particolarmente il loro spumante L'artiglio e la loro spergola ferma La Bora Lunga (bei vini ma tutti e due con un 10% di moscato che a me non garba) ho portato a casa un trebbiano rifermentato in bottiglia davvero riuscito. Dell'alto Piemonte ques'anno mi sono segnato i vini di Garella (vincitori della Roncola d'Oro 2012) quest'anno presenti con una croatina e un nebbiolo in purezza molto sottili e freschi. Una conferma, se mai ce ne fosse bisogno, dei vini di Nino Barraco. Ho apprezzato particolarmente lo zibibbo, qui in versione 2010 con 13 giorni di macerazione e un anno di vetro in più rispetto agli altri bianchi proposti. Un'esplosione di frutta al naso.
Molto buono il croccantissimo pinot nero di Brunnerhof Mazzon, ancora imberbe ma si farà, senza dubbio.
Questo così, su due piedi. In realtà ci sarebbe tanto altro da raccontare, soprattutto i visi sorridenti, la disponibilità, la voglia di condividere di tutte le persone presenti. Vignaioli, allevatori, esperti o semplici appassionati, c'era sempre qualcuno prontoa scambiare quattro chiacchiere, a darti un parere, condividere un'emozione o una mano a capire.
Non vedo l'ora che arrivi l'edizione 2013.

mercoledì 21 novembre 2012

Oggi vevo: Albarino, Champagne e Buttafuoco

Tre bottiglie sbevazzate qualche sabato fa. Hanno deliziosamente accompagnato cena e serata, spesse volte catalizzando l'attenzione.

Il primo me lo sono portato da Ibiza. Mi piaceva l'etichetta e sono capitato bene: un albarino da agricoltura biodinamica, fermentazione spontanea e affinato in acciaio. E' il loro vino base (?) ma è buono davvero: agrumato e marino, bocca dritta, sapida, per nulla compiacente. Mi ha ricordato per certi versi i vermentino di Ottaviano Lambruschi.
Tra un anno sarà migliore, non poco.
Pedralonga Albarino 2011 - Francisco Alonso

Bolla francese, un nuovo arrivo in casa Bianco & Rosso. Ci piace, altroché. Appena sale un po' la temperatura sfodera un naso di bella profondità e ricchezza, tesa e scattante. Chardonnay in purezza.
Blanc de blancs brut - Grognet

Il buttafuoco è stata una sorpresa: era l'ultima bottiglia, riposava in cantina da qualche anno. Non me lo ricordavo così buono: cuoio, cacao, amarena, terra. Bocca salda, fresca, tannini fini e compatti. Da ribere tra altri cinque anni
Buttafuoco Bricco Riva Bianca 2005 - Andrea Picchioni


lunedì 19 novembre 2012

Oggi bevo: Praeclarus rosè AA Spumante - Cantina Produttori San Paolo

Una vecchia conoscenza questo Praeclarus Rosè, quando ancora lo produceva Koessler. Per fortuna il buon Silvio è riuscito ad accaparrarsene ancora un po'.
Per un accordo commerciale tra le due aziende oggi viene prodotto dalla Cantina Produttori San Paolo, ancora per poco purtroppo. Tutta la linea Praeclarus verrà sostituita da un nuovo prodotto che nascerà interamente dallo staff dei nuovi produttori.
Comunque, com'è questo rosè? E' buono, molto buono. Pinot nero 100% (yeah!), prima fermentazione in acciaio e seconda, manco a dirlo, in bottiglia con una permanenza sui lieviti di almeno 36 mesi.
Rosa salmone, chiaro e brillante. Bolle fini e persistenti segnano un calice davvero bello a vedersi. Naso fine e discreto, fresco e agrumato, ribes rosso e lampone. Sorso cremoso, fresco, molto equilibrato e corrispondente. Mai impegnativo, mai ruffiano ma gustoso e molto piacevole.
Da bere a garganella!

Oggi scrivo: La Terra Trema, 22 e 23, 24, 25 novembre 2012 - Leonkavallo, Milano

Mancano due giorni alla partenza della nuova edizione di La Terra Trema, la manifestazione per un'agricoltura indipendente, antagonista e di qualità che, orami da anni, vivacizza il panorama delle degustazioni vinose meneghine.
Come al solito tanta roba, per essere chiaro e darvi tutte le info necessarie copierò direttamente dall'esauriente mail arrivatami dall'organizzazione.

Vignaioli, agricoltori ed artigiani presenti:

A Vita, Cirò Marina (KR)
Aldrighetti Lorenzo e Cristoforo, Marano di Valpolicella (VR)
Alla Costiera, Vò (PD)
Alziati Annibale, Rovescala (PV)
Arcuri Sergio, Cirò Marina (KR)
Aurora, Offida (AP)
Baldin Matteo, Lozzolo (VC)
Barraco Nino, Marsala (TP)
Bera Pierluigi, Trezzo Tinella (CN)
Bini Denny, Coviolo (RE)
Bortolotti Maria, Zola Pedrosa (BO)
Bosco Falconeria, Partinico (PA)
Brunnenhof Mazzon di Kurt Rottensteiner, Egna (BZ)
Buganza Renato, Piobesi D'Alba (CN)
Calcabrina, Montefalco (PE)
Caligaris Luca, Gattinara (VC)
Cantina Giovanni Montisci, Mamoiada (NU)
Cantina Margò, Perugia (PG)
Cappellano, Serralunga d'Alba (CN)
Carussin, San Marzano Oliveto (AT)
Cascina Besciolo, Gorzegno (CN)
Cascina Borgatta, Tagliolo Monferrato (AT)
Cascina Caremma, Besate (MI)
Cascina Carrà, Monforte d'Alba (CN)
Cascina del Monastero, La Morra (CN)
Cascina 'Tavijn, Scurzolengo (AT)
Cascina Zerbetta, Quargnento (AL)
Cinque Campi, Puianello di Quattro Castella (RE)
Clarea, Chiomonte (TO)
Costa dei Platani, Acqui Terme (AL)
Cote di Franze, Cirò Marina (KR)
Curto Marco, La Morra (CN)
Dos Tierras, Petrosino (TP)
Fattoria Majnoni Guicciardini, Barberino Val d'Elsa (FI)
Fiorano, Cossignano (AP)
Foffani, Clauiano (UD)
Garella, Masserano (BI)
Gualdora, Ziano Piacentino (PC)
I Botri di Ghiaccioforte, Scansano (GR)
Il Cerchio, Capalbio (GR)
La Basia, Puegnago del Garda (BS)
La Casaccia di Giovanni Bava, Cella Monte (AL)
La Distesa, Cupramontana (AN)
La Marca di San Michele, Cupramontana (AN)
La Morella, Carezzano (AL)
La Pievuccia, Castiglion Fiorentino (AR)
La Viranda, San Marzano Oliveto (AT)
L'Acino, San Marco Argentano (CS)
Le Bignele - Aldrighetti Luigi, Angelo e Nicola, Marano di Valpolicella (VR)
LeViti, Dogliani (CN)
Lo Zerbone, Rocca Grimalda (AT)
Ludovico, Vittorito (AQ)
Manera, Alba (CN)
Merli Marco, Casa del Diavolo (PG)
Molinetto di Diego Carrea, Francavilla Bisio (AL)
Monastero dei Frati Bianchi, Fivizzano (MS)
Monte Dall'Ora, San Pietro in Cariano (VR)
Monteforche, Vò (PD)
Nicolini Giorgio, Muggia (TS)
Occhipinti, Gradoli (VT)
Pantun, Mottola (TA)
Parmoleto, Castel del Piano (GR)
Paterna, Terranuova Bracciolini (AR)
Patriarca Franco, Gattinara (VC)
Piccolo Bacco dei Quaroni, Montu' Beccaria (PV)
Pietralta, Gambassi Terme (FI)
Podere Luciano, Acqui Terme (AL)
Podere Veneri Vecchio, Castelvenere (BN)
Prato al Pozzo, Cinigiano (GR)
Punta dell’Ufala, Palermo (PA)
Quarticello, Montecchio Emilia (RE)
Quercialuce, Riparbella (PI)
Rasicci Emanuele, Controguerra (TE)
Revelli Eraldo, Farigliano (CN)
Roccheviberti, Castiglione Falletto (CN)
Saccoletto Daniele, San Giorgio Monferrato (AL)
Sant’Agnese - Fratelli Gigli, Piombino (LI)
Sorelle Palazzi, Morrona (PI)
Spagnol Eris, Valdobbiadene (TV)
Tenuta Grillo, Gamalero (AL)
Tenuta Patruno Perniola, Gioia del Colle (BA)
Terra d'Arcoiris, Chianciano Terme (SI)
Triasso e Sassella, Sondrio (SO)
Urupia, Francavilla Fontana (BR)
Vigneti Vallorani, Colli del Tronto (AP)

Artemisia, Ayas (AO)
Birra Olmo, Arsego (PD)
Birrificio Clan!destino?, San Marzano Oliveto (AT)
Birrificio indigeno MAAM, Abbiategrasso (MI)
Bonfanti Corrado, Noto (SR)
Cantalupo, Ponte San Pietro (BG)
Casa del Tajarin di Mauro Musso, Alba (CN)
Cascina Caremma, Besate (MI)
Cascina Contina, Rosate (MI)
Cascina Selva, Ozzero (MI)
Cirenaica, Robecchetto con Induno (MI)
E.V.A., Pescomaggiore (AQ)
Forra'pruno, Lamporecchio (PT)
Gaddi di Ruiu Giacomo, San Fedele Intelvi (CO)
Iacono Corrado, Noto (SR)
Il Tasso, Curiglia (VA)
La Bucolika, Fivizzano (MS)
La torta fatta in casa + NO TEM, Zelo Buon Persico (LO)
Le Dolci Operaie, Arborio (VC)
L'Orso biodinamico, Brumano (BG)
Minieri Michele, Carife (AV)
Noemi Sacchi, Telgate (BG)
Piccolo Forno Marziali, Saludecio (RN)
Riber Navel, Ribera (AG)
Strawberry Fields, Corbetta (MI)
Terre Frumentarie, Raddusa (CT)
Valle Scannese (Rotolo Gregorio), Scanno (AQ)

Programma

GIOVEDÌ 22 NOVEMBRE 2012
ore 19 - Cucina: cena a filiera zero
ore 20 - Videoproiezione: La chiave rubata della città del grano
ore 21 - Incontro: La Terra Trema nel Capitalismo Finanziario

VENERDÌ 23 NOVEMBRE 2012
ore 15 - Apertura stands. Assaggi frontali e acquisti diretti
ore 18 - Incontro. Non è il vino dell’enologo, un libro di Corrado Dottori.
ore 20 - Cucina. Cena a filiera zero
ore 21 - Musica. Trees of Mint
ore 22 - Chiusura stands.
ore 22 - Musica: Three Second Kiss
ore 23 - Musica: Lele Sacchi

SABATO 24 NOVEMBRE 2012
ore 15 - Apertura stands: assaggi frontali e acquisti diretti
ore 17 - Degustazione: Purezza/Contaminazione, a cura di Gigi Brozzoni
ore 18 - Incontro. Il vignaiolo planetario, a cura di Simonetta Lorigliola
ore 20 - Cucina: cena a filiera zero
ore 22 - Chiusura stands.
ore 22 - Musica: Uzeda
ore 23 - Musica: Ice One

DOMENICA 25 NOVEMBRE 2012
ore 13 - Apertura stands, assaggi frontali e acquisti diretti
ore 13 - Cucina: pranzo a filiera zero
ore 15 - Bambini: laboratorio culinario, a cura di Monica Gorza
ore 17 - Incontro: la birra artigianale
ore 20 - Premiazione: la Roncola d'Oro 2012
ore 20 - Chiusura stands.
ore 20 - Cucina: cena a filiera zero
ore 21 - Musica: One Funk Food
ore 22 - Musica: Dj Marvu

L’ingresso alla manifestazione è con sottoscrizione al progetto: 8€, venerdì e sabato sera, dopo le ore 22, l’ingresso per i concerti è di 5 €, giovedì e domenica sera, dopo le ore 20, l’ingresso è gratuito.

La sottoscrizione comprende: le degustazioni libere dei vini e dei prodotti dei vignaioli, degli agricoltori e degli artigiani presenti; la partecipazione libera agli incontri, alle degustazioni guidate, ai laboratori, ai concerti, alle videoproiezioni.

All’entrata ogni visitatore sarà munito di: un calice da degustazione; un catalogo illustrante le aziende e i vini/prodotti presenti, gli eventi in programma, i menù delle cene a filiera diretta; una scheda per votare l’aspirante vincitore del premio della Roncola d’Oro 2012.

Come arrivare:
Leoncavallo s.p.a., via Watteau 7, Milano (zona Greco).
in mezzi pubblici: autobus: 81 da Stazione Centrale; 43 da MM3 Sondrio; 43 da MM2 Gioia, stazioni metropolitana più vicine: Sondrio, Gioia, Stazione Centrale.

in auto: dalla A4: uscita Sesto San Giovanni, viale Fulvio Testi, viale Zara, viale Marche, viale Lunigiana, via Gioia, via De Marchi.
dalla stazione centrale: via Galvani, via Gioia, via De Marchi.

Io conto di andare sabato, forse anche venerdì.

venerdì 2 novembre 2012

Oggi vedo: Killer Joe - William Friedkin, 2011

Che Mattehw McConaughey potesse interpretare un ruolo del genere non avrei scommesso il mio ultimo euro.
E invece nelle mani di William Friedkin (L'Esorcista, Vivere e Morire a Losa Angeles) il risultato è tanto spiazzante quanto centrato.
Divertente, scorretto, violento, sporco, cinico e spietato. Tra Tarantino e i fratelli Coen, questo è Killer Joe.
Da non perdere assolutamente!

Che poi si potrebbe discutere sul fatto che a Milano (Milano, non Sannazzaro De' Burgundi...) sia proiettato in UNA sola sala, ma tant'è: questa è la distribuzione italiana.

mercoledì 31 ottobre 2012

Oggi bevo: Gattinara DOCG 2005 - Luca Caligaris

Aaaahh... Il nebbiolo, se non ci fosse bisognerebbe inventarlo.
Mettici poi che mia mamma ha preparato un brasato con la polenta a dir poco strepitoso e il gioco è fatto.
La scelta  è caduta su un Gattinara, precisamente sul Gattinara di Luca Caligaris annata 2005.
Piccola azienda a conduzione familiare, 2.5 ettari vitati, 3500 bottiglie di Gattinara affinato in legni da  25 hl per tre anni.
Un Gattinara tradizionale che profuma di agrumi, fiori secchi e radice di liquirizia, bocca nervosa, fresca e agrumata, dalla bella trama tannica che sottolinea la propensione all'invecchiamento di questo nebbiolo.
Un Gattinara senza effetti speciali, non un mostro di complessità ma vivo e grintoso, insomma, buono.

martedì 30 ottobre 2012

Oggi bevo: Uva Tosca di San Rocco vino frizzante dell'Emilia - Terre d'Este (Luigi Boni)

Nonno Palmo una volta mi ha detto: per bere il vino di Pavullo bisogna essere in tre: due che tengono il terzo che beve.
L'uva tosca era un'uva molto comune da quelle parti, proprio per il suo adattarsi bene all'alta collina. Certo i risultati non erano indimenticabili, vini bruschi, acerbi e scontrosi. Oggi viene utilizzata soprattutto in uvaggio con altri vitigni per dare freschezza e sapidità.
Ma rimane un'uva tipica e tradizionale del Frignano e Luigi Boni ha pensato di ridarle dignità vinificandola in purezza.
Rifermentazione in bottiglia e tappo a corona, disponibile anche in versione degorgiata.
Va da sé che ho scelto la prima.
Il risultato è un non-lambrusco rosa corallo (puoi lasciare il vino sulle bucce due settimane, il colore non cambia) di grande lucentezza. Spumeggia nel calice che è un piacere vederlo. Naso minimal di fruttini rossi (ribes e lampone) e sorso segnato da una grande freschezza, enfatizzata dalla carbonica copiosa.
Gastronomico, goloso e genuinamente emiliano.

giovedì 25 ottobre 2012

Oggi bevo: Colli Tortonesi DOC Timorasso Derthona 2008 - Claudio Mariotto

Recentemente ho stappato qualche bottiglia di timorasso che, me ne sto convincendo sempre più, è un'uva stratosferica.
Non che tutti i timorasso-vino siano indimenticabili, ma le potenzialità ci sono, eccome. Ultima conferma è stato il Derthona 2008 di Claudio Mariotto che ho stappato sabato insieme al 2008 di Cantine Volpi (che mi ha lasciato decisamente tiepido) e ad un altro di cui colpevolmente non ricordo il nome, di buona fattura che però scontava la giovane età (2010).
Tornando al nostro protagonista posso dire che sfoggiava un naso mineralissimo e maturo di kerosene e frutta gialla davvero intrigante, e il sorso non era da meno: struttura e acidità, morbidezza e bevibilità.
E con una banconota da 10€ lo porti a casa.

giovedì 11 ottobre 2012

Oggi bevo: cabernet sauvignon

Cena informale, Riccardo ai fornelli: stuzzichini vari, pasta e fagioli e stinco di prosciutto.
Da bere cabernet sauvignon: quattro etichette debitamente stagnolate e proposte due per volta.
Niente appunti scritti (strano...), solo chiacchiere tra amici.
Il primo vino è scuro e cupo, compatto, giusto l'unghia tira al rubino. Tanta roba. Al naso niente, completamente muto. Con un po' d'ossigeno inizia ad aprirsi su toni di frutta nera, leggero vegetale. Fa fatica a spiegarsi ma sembra nascondere una grande materia ancora compressa.
In bocca è potente, concentrato e molto gustoso anche se di non semplice approccio, nonostante la materia si beve molto bene, buona freschezza e buon equilibrio.
Il secondo è decisamente meno concentrato (cromaticamente) e con un naso dal frutto ammiccante, molto cicliegioso e dolce.
Il sorso è più snello (filtrato) e glicerico. Morbido, levigato.
Il terzo vino è anche lui molto scuro e concentrato, al naso esplode frutta nera, anche in confettura, spezie e fresche sfumature vegetali e un fighissimo accento minerale, gran carattere.
Sorso vivo, potente e largo ma tutt'altro che stancante, ricco di sapore. Equilibrio eccellente.
Il quarto vino gioca sulla linea del secondo: un frutto più fresco e dolce, leggera vaniglia. Bocca di bel volume ma priva della materia del numero tre. Ben fatto sicuramente ma poca personalità.
Ecco la classifica:
1° classificato il vino n.3: Alessandro 2007 Prov. di Pavia IGT - Stefano Milanesi
2° classificato il vino n.1: Prima Luce 2008 Colli di Faenza rosso DOC - Costa Archi
3° classificato il vino n.2: AA Cabernet Sauvignon Riserva 2009 Puntay - Erste + Neue
4° classificato il vino n.4: AA Cabernet Mumelter Riserva 2009 - Cantina di Bolzano
Tutte e quattro belle bottiglie senza dubbio. Ma i vini artigianali di Stefano Milanesi e Gabriele Succi si staccano nettamente dagli altri due. Sicuramente sono interpretazioni più muscolose e personali, ma riescono ad esprimere un'energia che gli altri due semplicemente non hanno.

sabato 6 ottobre 2012

Oggi cucino: calamarata con le coste

E' la prima volta che scrivo una ricetta sul blog, d'altro canto il blog è mio quindi non vedo perché no.
La ragione è semplice: oggi non ho dormito una mazza, sono uscito all'ora dell'aperitivo e ho bevuto un gin tonic di pregio, e da Gatullo il gin non lo risparmiano.
Quindi sotto l'effetto del gin ho invitato a cena Ricky e ho preparato la pasta che da il titolo al post.
Bene, il risultato è stato meglio di quanto sperassi.
Per due persone:
coste, peperoncino, aglio, olio, acciughe, olive kalamata, calamarata (una specie di mezzi paccheri) e pecorino.
Lessate le coste raccolte amorevolmente dall'orto della mamma e ripassatele in padella con aglio, olio (evo, non devo specificarlo vero?) e peperoncino.
Frullare col minipimer aggiungendo un po' d'acqua fino a formare una crema e mettere da parte al caldo.
Nel frattempo mettete a cuocere tre etti di calamarata, io ho usato quella della linea Top di Esselunga che è davvero figa (Caprotti ringrazia).
Tre etti perché a cena c'era Riccardo, normalmente due bastano e avanzano. Anzi no, non avanzano.
Mentre la pasta è in cottura (e quella di Esselunga dice 20 minuti...) fate soffriggere due spicchi d'aglio, tre peperoncini (secchi) e una manciata di olive kalamata opportunamente private del nocciolo e almeno tre filetti di acciughe a testa in una padella.
Fate un letto di crema di coste sul piatto e metteteci sopra la pasta che avrete fatto saltare nel soffitto di acciughe e olive mantecandola con un po' di acqua di cottura.
Sul piatto aggiungete una spolvertata di pecorino sardo a mezza stagionatura che ci sta.
Cosa abbiamo bevuto?
Helga 2009 igt: pinot nero (Oltrepo' pavese) in versione easy di Stefano Milanesi. Due giorni sulle bucce e solo cemento. Delizioso (e tutt'altro che scontato).
C'entra na mazza col piatto, ma chi se ne frega alla fine...

martedì 2 ottobre 2012

Oggi bevo: Leclisse 2011 Lambrusco di Sorbara doc - Paltrinieri

Qualcuno ha detto che un lambrusco non potrà mai essere un grande vino.
Probabilmente ha ragione, c'è poco da fare.
Certo è che se un lambrusco non può essere grande sicuramente può essere buono, e questa bottiglia ne è un esempio lampante.
Lambrusco di Sorbara in versione deluxe, Leclisse è l'etichetta di punta di Paltrinieri, che finora conoscevo solo per il più scorbutico Radice.
Charmat lungo, solo mosto fiore. Rosa che più rosa non si può, spumeggia e scalpita nel calice.
Naso di fruttini frizzante e composto, preludio di un sorso fresco e sapido, di un certo spessore e perfettamente coerente (con i profumi). Un filo di residuo zuccherino lo ingentilisce in maniera discreta ed elegante.
Io gli preferisco il Radice ma questo non può non piacere. Davvero.

venerdì 7 settembre 2012

Oggi vi saluto...

...che domani si parte per Ibiza!!!!!!!!!!!!

Oggi NON bevo: Herzu 2010 langhe doc - Ettore germano

Tappato, e mi ha davvero fatto girare i maroni.
Non tanto per le 15€ finite bellamente nel lavandino quanto perché sembrava essere buono, molto buono.
Dico una cazzata: un mix tra la verticalità altoatesina e la maturità dei migliori esemplari dell'Oltrepo'.
Beh, comunque è stato buttato via, mannaggia a lui e al tappo maledetto.
Ah, per chi non lo conosce si tratta dell'Herzu, il riesling renano di Ettore Germano.

mercoledì 5 settembre 2012

Oggi bevo: Ribolla Anfora IGT 2005 - Gravner

Josko Gravner è Josko Gravner.
Ogni appassionato di vino prima o poi conosce la sua storia e ogni appassionato di vino, prima o poi, si confronta con i suoi vini.
Ieri sera è toccato a me, complice un'ospite inatteso quanto gradito ho stappato l'ultima (nonché unica) bottiglia di Gravner che riposava in cantina: la Ribolla Anfora 2005.
Ribolla gialla, appunto. Rese minimali, fermentazione rigorosamente spontanea in anfore di terracotta interrate da circa 700 litri con le bucce, sulle quali il mosto rimarrà per sette mesi a farsi vino.
Successivamente verrà messo ad affinarsi in grandi botti di rovere per quattro anni (che diventeranno sette in futuro) prima di essere imbottigliato.
E' importante sapere come viene fatta questa ribolla gialla, perché se quel che ci si aspetta è un vino bianco, beh no, qui si naviga in altre acque.
Il vino è color ambra e dell'ambra in controluce ha la stessa lucentezza. Davvero, brilla. Ed è anche incredibilmente limpido (non fa nessun tipo di chiarifica o filtrazione).
Il naso è caleidoscopico, ma a parte i riferimenti mi piace come riesce ad esprimere forza ed intensità con grazia ed eleganza rare, soprattuto nei tanti macerati che si bevono oggi.
Mi spiego meglio: dove tanti con la macerazione ottengono risultati interessanti ma spesso leggermente sfocati o poco fini (per quanto riusciti) qui c'è il passo del grande vino.
E' indubbiamente un'orange wine ma indubbiamente di classe superiore. IMHO, ovvio.
Anche il sorso spiazza se abituati a bianchi tradizionali: entra in sordina per poi allargarsi al centro bocca con una ricchezza di sapore ed una classe davvero notevoli. Lo scheletro acido-minerale snelliscono un a struttura importante ma in perfetto equilibrio, e quel tannino (si si, proprio tannino), tanto anomalo in un vino bianco tradizionale quanto complementare in questa ribolla.
Se dovessi portare una bottiglia su un'isola deserta forse non sarebbe questa, ma che bevuta.

martedì 28 agosto 2012

Oggi bevo: pinot bianco 2010 - Unterortl

Pinot bianco vendemmia 2010. Azienda Unterortl, ovvero Castel Juval.
Lo bevvi la prima volta nella primavera 2011 e pensai che si, era buono ma decisamente acerbo.
A distanza di un anno e mezzo è esploso.
Un vino drittissimo ed elegante, dalla bocca tonica, incisiva, polputa e succosa. Maschera magistralmente i 14 gradi con un'acidità elettrica e salivante. E ogni sorso chiama l'altro.
Buonissimo.

L'assaggio risale ad una decina di giorni fa, non vorrei aver enfatizzato troppo i ricordi, mi prometto di procurarmene un'altra bottiglia e testare di nuovo lo spessore. Magari con un altro pinot bianco a confronto.
Che so, un Vorberg può andare?

giovedì 9 agosto 2012

Oggi bevo: Bianco di Torgiano Torre di Giano Vigna il Pino 2006 - Lungarotti

Bianco di Torgiano, per quanto ne so esclusivo appannaggio di Lungarotti.
Il Vigna il Pino ne è la versione de luxe. La ricetta attuale prevede la fermentazione in legno piccolo per il 30%, il resto in acciaio per tre mesi, assemblaggio delle masse e successivo affinamento sempre in barrique fino all'imbottigliamento in primavera. Magari nel 2006 era diversa, non saprei.
A proposito, è un uvaggio di trebbiano (70%) e grechetto (30%), ma per me potrebbe essere trebbiano in purezza o grechetto in purezza.
O chardonnay in purezza.
Umbro o toscano, magari siciliano.
Imho, ovvio.
Per i nostalgici degli anni '90.

martedì 31 luglio 2012

Oggi bevo: Gutturnio Doc 2011 - Cantine Bulli

Non scrivo spesso dei vini di Leonardo Bulli, per due motivi principalmente: il primo è che siamo amici, il secondo è che i vini me li regala.
Questo gutturnio non fa eccezione: omaggio della casa. Me l'ha portato che doveva ancora rifermentare.
Però, c'è un però.
E' che gli è riuscito davvero bene: se il 2010 mi piaceva ma era figlio di un'annata decisamente sfigata il 2011 fa scintille! Lo stacco è netto: il 2011 ha più polpa, un frutto dolce e carnoso, profumato.
Anche l'ultimo bicchiere lasciato in bottiglia per tre giorni in frigorifero ha tenuto bene.
Buono davvero, complimenti Leo.

giovedì 19 luglio 2012

Oggi scrivo: cena di beneficenza, 25 luglio 2012 - Podere Il Saliceto

Con piacere ricevo e pubblico:
mercoledì prossimo (25 luglio 2012) si terrà presso il Podere il Saliceto una cena di beneficenza il cui ricavato andrà direttamente a due trattorie colpite duramente dal terremoto: la Lanterna di Diogene a Bomborto e la trattoria Entrà di Finale Emilia.

Il menù a buffet prevede:
- tigelle con mortadella classica e formaggi
- tortellini di Valeggio al burro e salvia
- Monte Veronese di malga
- Asiago stravecchio con composta di pero misso
- stortina della bassa veronese con polenta gialla e mais biancoperla
- verdure cotte e insalata di pomodori con olive infornate di Ferrandina
- sfogliatine di Villafranca con crema alla vaniglia
- torte e crostate emiliane
 Tutto questo ben di dio sarà lautamente bagnato dagli ottimi vini del padrone di casa: Podere il Saliceto, appunto.

L'appuntamento sarà presso l'azienda in via Barchetta 8 Albone 10 a Campogalliano (MO) alle 20.30.
La quota di partecipazione è di 25 popolarissimi €uri.
Potete chiamare Stefano per le prenotazioni al numero: 346 5908281.

venerdì 13 luglio 2012

Oggi bevo: San Rocco 2010, Provincia di Pavia IGT riesling - Baruffaldi

Baruffaldi è l'azienda vinicola del Castello di Stefanago, ad un tiro di schioppo da Fortunago (uno dei borghi più belli d'Italia) e solo per questo vale la visita. Io ci sono capitato quasi per caso: mi stava scadendo una Smart Box col pacchetto degustazione e ho visto che quest'azienda era tra le proposte. Detto, fatto. Partenza per la Valle Schizzola.
L'azienda è a conduzione biologica vera (nel senso che ci credono su serio) e coltiva 18 ettari di terreno a vite sui 135 di proprietà.
Il San Rocco è il loro riesling. Renano in purezza, fa un passaggio inusuale in botti di acacia che dicono essere meno invasive.
In effetti è riesling particolare, all'inizio apre su delicate note floreali di rosa. Elegantemente passa ad un frutto agrumato, il pompelmo maturo in particolare. In sottofondo appena accennato si avverte il famoso timbro idrocarburico che contraddistingue il vitigno. Anche il sorso è piacevolmente contrastato: un accenno di residuo zuccherino e una rotondità data dall'affinamento in legno (molto ben utilizzato) sono bilanciati dall'ottima freschezza.
Davvero interessante. Per 7.50 euri in cantina.

martedì 10 luglio 2012

Oggi bevo: Sorbara, Müller e Grillo

 Complice un'insalata di mare e un salmone in crosta di patate che non ho mai fatto così male ho stappato il Radice 2010 di Paltrinieri, sorbara in purezza rifermentato in bottiglia, il müller thurgau Sass Rigas 2009 di Manni Noessing e il grillo 2008 di Nino Barraco.
Il primo è un lambrusco di Sorbara doc. Per chi non lo sapesse il mondo del lambrusco si divide in due categorie: chi lo vuole chiaro e chi lo vuole scuro. Il Sorbara è il lambrusco chiaro per definizione.
Il Radice di Paltrinieri è uno dei migliori sorbara che possiate mai bere. Attenzione però, se vi aspettate zuccheri e carezze girate al largo, qui non c'è niente per voi. Il radice è l'essenza del sorbara: rosato di una brillantezza accecante, sia al naso che in bocca è secco e tagliente, minimale. Buono come pochi.
Il secondo vino della serata è stato il müller di Manni Nossing, giovane vignaiolo che da anni ormai mette daccordo critica e appassionati con la bontà dei suoi vini. Il suo müller però non mi ha conquistato, anche lui molto secco e decisamente di buon corpo, però scontroso e di difficile lettura. Almeno per me, che a dirla tutta non ho mai avuto una grande stima per il müller thurgau. Giudizio sospeso.
Il terzo vino della serata è stato il grillo 2008 di Nino Barraco. Le uve arrivano da piante che crescono a ridosso del mare, breve macerazione sulle bucce, fermentazione spontanea e affinamento in acciaio fino a maggio. Poi in bottiglia senza chiarifiche o filtrazioni.
Praticamente un alsaziano in terra straniera. Bocca di grande volume, residuo zuccherino avvertibile ma ben contrastato da una notevole sapidità, profumi di agrumi canditi, mandorla e albicocca disidratata. Buono, altroché. Certo l'abbinamento non è dei più semplici, coi formaggi però è stato amore.

venerdì 6 luglio 2012

Oggi bevo: Landò 2010 riesling OP doc - Le Fracce

Post velocissimo: Landò di Le Fracce, vendemmia 2010.
Uno dei pochissimi riesling renano in Oltrepo che può dirsi tipico. E buono.
Nonostante l'aspetto possa far pensare il contrario è vino che può affrontare un discreto invecchiamento giovandone.
IMHO, ovvio...

sabato 30 giugno 2012

Oggi bevo: Ansonica (Zampicata) & Ansonica 2010 - Montefabbrello

Erano in cantina da circa un annetto. L'ansonica di Montefabbrello, talentuosa cantina elbana, vinificata secca in due declinazioni:
la prima, classica, in acciaio e senza macerazione,
per la seconda (Zampicata nel Palmento) invece si pigia l'uva con i piedi su un palmento in granito simile a quelli usati dagli etruschi, il mosto viene poi lasciato sulle bucce per un tot di tempo, barrique usate per l'affinamento e poi in bottiglia come mamma l'ha fatto.
Le ho bevute a cena guardando Italia - Inghilterra.
L'ansonica normale mi è piaciuta molto, soprattutto dopo l'anno di affinamento in vetro che ha smussato gli spigoli giovanili ha reso il vino più ampio e sfaccettato.
Mi ha convinto meno la la Zampiacata. Non è male però mi ha dato come l'impressione di essere un vino irrisolto, non perfettamente a fuoco.
C'è da dire che quest'impressione è stata solo mia mentre agli altri commensali è piaciuta molto.
Mah...

martedì 26 giugno 2012

Oggi scrivo: NON Solo Doc - MANIFESTAZIONE ANNULLATA

Purtroppo, a causa di problemi a quali non è stato possibile porre rimedio la prima edizione di Non Solo Doc è stata annullata.
Nel caso si presentasse una nuova data non mancherò di segnalarlo su queste pagine, nel frattempo potrete dedicare il prossimo sabato pomeriggio ad una partita di calcetto, alla vostra panzetta alcolica (che c'è, sono sicuro) non farà che bene.

giovedì 21 giugno 2012

Oggi scrivo: NON Solo Doc

Segnatevi questo appuntamento: sabato 30 giugno a Borgo Priolo ci sarà NON Solo Doc, una manifestazione fortemente voluta e organizzata da Marco Riva.
Marco è un giovane sommelier che abita in Brianza e che ha provato a passare dall'altra parte della barricata e vedere il mondo del vino dall'interno, con gli occhi di chi lo fa.
Lo ha fatto in Oltrepo Pavese, zona (di vin parlando...)famosa più per i numeri che per altro.
NON Solo Doc nasce per dimostrare che anche in Oltrepo un'altro vino è possibile, dove piccole realtà spesso fuori dai circuiti mediatici possono proporre vini emozionanti, ben fatti, personali e caratteristici. Talvolta vere e proprie eccellenze.
Saranno sette i produttori presenti:

Baruffaldi
Davide Calvi
Cascina Gnocco
Stefano Milanesi
Monsupello
Podere il Santo
Gabriele Rebollini

L'appuntamento sarà sabato 30 giugno dalle 14.00 alle 20.00 presso la ex scuola pubblica di Borgo Priolo (adesso sede di OltreLaValle).
In mattinata, dalle 10.00 alle 12.30 ci sarà la presentazione delle cantine su invito per stampa e blogger. C'è ancora qualche posto libero, se ci fosse qualche penna del web interessata a partecipare può chiedere a me o direttamete a Marco scrivendogli a questo indirizzo: m-riva@virgilio.it
Io ci sarò sicuramente.

giovedì 7 giugno 2012

Oggi scrivo: Terroir Vino 2012

Quasi mi dimenticavo: lunedì ai Magazzini del Cotone sul porto di Genova si terrà l'ottava edizione di Terroir Vino, la kermesse organizzata da Tigullio Vino (punto fisso degli eno-appassionati sul web).
La manifestazione, lo dico con cognizione di causa, è una delle meglio organizzate a cui abbia partecipato: davvero merita una visita. Quest'anno l'elenco del produttori presenti si ferma a circa 120 per qualcosa come 600 etichette sui banchetti in degustazione. Tra l'altro una buona parte di esse sarà acquistabile al prezzo sorgente: ovvero al prezzo normalmente applicato agli operatori (più o meno, non fate i pignoli).
Non è tutto: lunedì a Terroir vino potrete trovare le Degustazioni dal Basso e il Baratto Wine Day. Cliccate sui nomi per sapere di che si tratta, io (per pigrizia) non vi svelo la sorpresa...
Per chi invece a Genova arriva addirittura la domenica ecco cosa lo aspetta: Vinix Unplugged Unconference, quarta edizione. Cos'è chiedete? Troppo complicato spiegarlo in due righe: cliccate sul nome per scoprirlo.
Ci si vede lunedì...

giovedì 31 maggio 2012

Oggi scrivo Albani

Ho approfittato di cantine aperte 2012 per visitare una delle aziende dell'Oltrepo' che mi piace: Albani Viticoltori.
Tra i vari assaggi (rossi notevolissimi!) uno mi ha fatto storcere il naso: il riesling 2010.
Non che fosse cattivo, per carità, solo non era il riesling di Albani, almeno quello che ho sempre bevuto: era, come dire, uno dei tanti...
Albani si distingue, per fortuna, dalla massa per stile e coraggio. Propone vini affinati lungamente e vinificati in modo naturale e il riesling non fa eccezione.
In azienda ho chiesto lumi e Riccardo Albani (mente e braccio della cantina) mi ha candidamente (e molto onestamente) risposto: han voluto far le cose a modo loro e io me ne sono andato. Questo vino non l'ho fatto io.
Sperando che l'azienda torni sui suoi passi mi son consolato acquistando barbera in diverse declinazioni e il riesling 2008 che, a detta di Riccardo, è una delle versioni meglio riuscite degli ultimi anni.
Non posso che confermare, un riesling nel più classico stile Albani: una mineralità sapida che rende il sorso trascinante, fresco e dissetante. Per la barbera rimando a quanto scritto dalla guida dell'Espresso quest'anno: "si iscrive di diritto tra le barbere più riuscite nella storia recente dell'Oltrepo'".
Se sia vero o no vedete voi, a me piace, assai.

mercoledì 30 maggio 2012

Oggi scrivo: vino per la solidarietà - Costa Archi

Non c'è bisogno che sia io a ricordarvi cosa è successo in questi giorni in Emilia Romagna, le 17 vittime e i danni incalcolabili che hanno messo in ginocchio questa regione.
Gabriele Succi, talentuoso vignaiolo romagnolo, è stato risparmiato dal terremoto e ha deciso di contribuire così: per ogni donazione che farete a favore dei terremotati dell'Emilia Romagna Gabriele si impegna a darvi l'equivalente in vino (meno un'euro sul prezzo normalmente applicato!) che sceglierete voi. L'unico contributo che chiede sono le spese di spedizione.
Che dire, in bocca al lupo grande Succi!

QUI troverete tutte le informazioni utili.

venerdì 18 maggio 2012

Oggi bevo: bonarda 2010 - Albani vs Cabanon

Le aziende non hanno bisogno di presentazioni, sono due realtà affermate dell'Oltrepo' da diversi anni.
Sia Albani che Cabanon sono note per lo stampo tradizionale, l'espressività e il carattere tipico dell'Oltrepo' dei loro vini. Sulla bonarda Cabanon si spinge ancora più in la, proponendola nella versione rifermentata in bottiglia. Albani invece si affida ad una moderna rifermentazione in autoclave.
Il colore non è poi così distante tra i due vini, un bel rubino leggermente più scuro (e un filo velato) nel vino di Cabanon, tutti e due dalla giovanissima unghia porpora. Spumeggiano piacevolmente entrambi ma per breve tempo. Nel calice il vino di Albani sembra più leggero mentre Cabanon si muove più lento. Le differenze vere iniziano al naso dove Albani si muove su un frutto più gentile, rosso e vinoso mentre Cabanon è più scorbutico, umorale, scuro. Il sorso conferma: Albani più sottile e morbido, piacevole ma addomesticato. Cabanon invece mostra un sorso secco come una fucilata, dal tannino verace e tipico della croatina, discretamente pieno e sicuramente ruvido. L'impressione è che il 2010 non sarà un'annata che ricordata negli annali.
Albani vs Cabanon: 0 a 1. Cabanon vince per un'interpretazione non estrema ma coraggiosa, buona e tipica. La bonarda di Albani è si un buon vino, ma nulla di più.

Oggi bevo: Vulcaia Fumè 2008 Sauvignon del Veneto igt - Inama

E' la versione tirata a lucido del sauvignon proposta da Inama, talentoso produttore nella zona del Soave.
Il 2008 è annata evidentemente calda, i 14,5° si sentono tutti. Naso burroso e maturo, tropicale e tostato. Sicuramente complesso. Se pensate all'equazione sauvignon=foglia di pomodoro siete fuori strada, qui le tipiche note verdi sono state sostituite dal carattere del terreno vulcanico e dallo stile, coerente col resto della produzione. In bocca è secco e caldo, morbido e di gran spessore, molto lungo.
L'ho trovato un po' pesante da bere ma non mi è dispiaciuto affatto.
Da riprovare in annate più fresche.

mercoledì 9 maggio 2012

Oggi scrivo: SO2 la solforosa - dico la mia

 
Alcuni tra gli argomenti più discussi nel mondo del vino naturale (e non) riguardano l'anidride solforosa.
L'anidride solforosa, in piccole quantità, è lo "strumento" comunemente usato per far si che il vino non si sputtani nel più breve tempo possibile. In pratica è un conservante e, ad alti dosaggi, è tossico.
Quello che pochi sanno invece è che la suddetta solforosa è presente in moltissimi altri alimenti e quello che, in ancor meno persone sanno, sempre lei, la solforosa è addirittura auto-prodotta nel vino: in fase di fermentazione i lieviti ne producono naturalmnte una piccola quantità.
Qualcuno dice che sia lei la causa del famigerato mal di testa del giorno dopo. Senza dubbio ci sono persone meno tolleranti, ma la stragrande maggioranza metabolizza tranquillamente e senza il minimo sforzo quella che normalmente ingeriamo alimentandoci ogni giorno.
Dicevo che nel microcosmo del vino naturale la solforosa è molto discussa, chi dice che si può vinificare senza e chi invece è convinto che per fare un buon vino una piccola quantità sia necessaria. Si cerca di usare generalmente il minimo indispensabile.
Tutto questo discorso però non è che uno dei tanti tasselli che hanno, come scopo finale, la produzione di vini si più salubri ma soprattutto più espressivi, più territoriali, più caratteristici.
In parole povere più buoni.
Recentemente ho bevuto un gutturnio superiore di un'azienda che stimo molto: La Tosa!.
L'azienda in questione non fa parte di nessun movimento e credo faccia vino in maniera convenzionale, quindi ricorrendo all'uso di lieviti selezionati, trattamenti in vigna e così via.
Nonostante ciò dalle cantine di La Tosa! sono sempre usciti vini di fattura impeccabile, tecnicamente perfetti, longevi e, aggiungo io, buonissimi.
Il gutturnio è un 2010 ed è stato vinificato senza solfiti aggiunti.
E non è buono.
Un naso sfocato, sporco e poco piacevole, la bocca magra e con un accenno di rifermentazione. Qualcuno dirà: boccia sfigata. E vabbè, può anche essere ma vi assicuro che è lontano anni luce dalla qualità standard di La Tosa! e soprattutto assomiglia paurosamnete ai vini naturali meno riusciti.
Mio papà è quello che ci è rimasto più male: il vino l'aveva preso lui incantato dal GutturnioVignamorello 2009 bevuto con gran godimento poco tempo fa.
Ora io non voglio insegnare il mestiere a nessuno, ci mancherebbe, però dico: ce n'era proprio bisogno? Fa così male un po' di solfito aggiunto da rischiare di sputtanare buona parte delle bottiglie?
Ridatemi il vecchio gutturnio!

Parallelamente sul mercato stanno cominciando a vedersi altri vini senza solfiti aggiunti. Vini costruiti in cantina seguendo protocolli di lavoro che prevedono l'utilizzo di pratiche particolari.
Ad esempio il controllo dell'ossigeno tramite l'utilizzo di gas inerti, l'utilizzo di tannini aggiunti come antiossidante, l'utilizzo di lieviti altamente selezionati che producano poca o addirittura non producano solforosa in fase di fermentazione e altre cosucce di cui io non sono a conoscenza.
Nulla di male in realtà, solo che io non riesco a vederne l'effettiva utilità.
Se lasciamo perdere i pochissimi intolleranti alla solforosa qual'è il vantaggio di un vino a SO2 pari a zero? Per me nessuno. E' un vino più sano? No, un fisico normale come può tollerare e smaltire senza problemi l'alcol presente nel vino lo stesso può fare con la solforosa.
Se ragioniamo così allora è meglio il Già di Fontanafredda portato a 11° tramite dealcolizzazione. L'alcol, quello si fa male.
Purtroppo il mercato lo fa la GDO e le etichette sono a sua immagine e somiglianza. In un mondo giusto la quantità di SO2 sarebbe dichiarata in etichetta, con tanto di scacco colorato da verde a rosso a prova di astemio. Avete presente la classe di consumo energetico? Ecco, così.

Sempre recentemente ho aperto un'altra bottiglia di vino senza solfiti aggiunti. Si chiama Amorosso, un Aglianico del Vulture prodotto in Puglia.
Sull'etichetta è scritto sotto il nome: "il vino per la mia salute".
Probabilmente il messaggio più fuorviante che io abbia mai letto su una bottiglia di vino.

mercoledì 25 aprile 2012

Oggi festeggio la Liberazione.

E buon 25 Aprile a tutti.

Oggi scrivo: la ricerca della perfezione

Sabato scorso, tanto per cambiare, ho fatto una bella bicchierata con due amici: Leo e Patty.
In realtà a tavola eravamo in sei: c'erano anche le pazienti compagne a farci compagnia, nonché a guidare le auto al ritorno.
La bottiglia della serata, la più attesa, è stata senza dubbio il timorasso di Walter Massa Vigneto Sterpi vendemmia 2005. Se il timorasso si può iscrivere ufficialmente tra i grandi bianchi italiani lo dobbiamo proprio a lui, Walter Massa, che negli anni '80 riscoprì questo pregiato vitigno.
La bottiglia era davvero strepitosa ma un commento mi ha colpito: tra le lodi generali Leo ad un certo punto ha detto "peccato che si pianta un po' li".
Azz, va bene che il calice traboccava profumi di rara intensità, va bene che il sorso era di una possanza e una lunghezza interminabili, però la bevibilità non era certo la sua caratteristica principale.
Come dire: un vino quasi saturante. Io forse l'ho trovato più sapido che fresco.
Attenzione: non vorrei che passasse l'idea di un vino non a posto o stanco, la bottiglia era perfetta e avrebbe potuto svilupparsi ulteriormente nel tempo.
La domanda che mi faccio è questa: quanto in un vino è giusto sacrificare la bevibilità a favore di una concentrazione e una materia così ricercata?
Detto questo Sterpi tutta la vita, comunque. Che sui formaggi si è riscattato alla grandissima.
Per la cronaca la sequenza di bottiglie cadute in battaglia è questa:

- Casa Costa Piane: prosecco Frizzante ...naturalmente (2010 credo)
- Az. agricola Rastelli: Nebbia e Sabbia, fortana metodo classico vinificato in bianco
- Terzoni: spumante metodo classico 2007 (il nome non lo ricordo ma l'azienda è a Bacedasco Alto)
- Valli Unite: San Vito 2009, timorasso
- Walter Massa: Sterpi 2005, timorasso
- Un porto twany 10 anni imbottigliato nel '99

P.S.: mi ero promesso di fotografare le bottiglie vuote la mattina, ma quando mi sono alzato l'ultima cosa che volevo vedere erano proprio le bottiglie di vino. Che sono andate buttate senza pietà ne foto.

martedì 17 aprile 2012

Oggi (beh, non proprio oggi) compro: la casa nuova!

Fermata! La casa nuova, ma nuova davvero, è stata fermata.
Grazie all'aiuto di mamma e papà che mi danno una mano tra poco più di un anno avremo una stanza in più, il terrazzino e anche il box!
Un brindisi mi sembrava il minimo...

sabato 14 aprile 2012

Oggi bevo: Setteuve vdt 2004 - Milanesi

Quando ho chiesto a Stefano Milanesi come è nato questo vino la risposta è stata: "da cinque fratture al bacino".
Erano gli inizi del nuovo millennio e Stefano si stava cimentando nell'affinamento in legno dello chardonnay. Un volo imprevisto da una scala complicò le cose...
Quando ripresosi dall'incidente tornò in cantina la botticella col vino in affinamento non c'era più: il padre, poco avvezzo alla tipica abitudine franzosa, prese il vino e lo aggiunse senza pensarci due volte al bianco d'annata, frutto di un assemblaggio di diverse uve che così diventarono sette.
Ecco, il Setteuve nacque così, un po' per sfiga e un po' per culo.
La versione testata in questi giorni da me medesimo è della vendemmia 2004 ed è l'ultima in commercio. Nel senso che se andate da Stefano in cantina per prendere il Setteuve comprerete proprio quella: le più recenti sono ancora in affinamento...
Blend di riesling, vermentino,  pinot nero vinificato in bianco, pinot rosa, cortese (passato in legno), trebbiano e chardonnay.
Nel bicchiere è oro antico, appena opalescente per la non filtratura.
Affascinano al naso le note minerali, quasi sulfuree. Ricco di sfumature e freschezza.
Poi lo bevi e la prima cosa che noti è ques'acidità che quasi non ci credi, che insieme all'alcol limitato a soli 12° lo fanno quasi sembrare magro. Complesso eppure compassato, si beve che è un piacere. La chiusura è sapidissima e dissetante.
Buono davvero.

martedì 10 aprile 2012

Oggi bevo: Dulos vdt 2009 - Milanesi

Si scrive Dulos e si legge riesling, italico nel caso.
Lo fa Stefano Milanesi a Santa Giulietta, a due passi da Casteggio in direzione Broni.
Si raccontano mirabilie di vecchie annate del Dulos, questa (il 2009) è a parer mio interlocutoria. In realtà non ho assaggiato altre bottiglie di Dulos, ma una prova dalla vasca del 2010 mi fa ben sperare.
Insomma, com'è questo vino? Riesling italico dicevamo, fa una vinificazione classica in bianco (non credo faccia macerazione) poi vien messo a riposare in botti di vetro-cemento sulla feccia nobile per circa un anno e mezzo, nessuna filtrazione e in bottiglia.
Giallo dorato, carico e luminoso, bello. Al naso convince meno, molto maturo con note di frutta secca e candita, smalto. Manca di freschezza e scatto ma non difetta in personalità, questo si.
Il sorso è pieno e potente, alcolico, l'acidità non è certo in primo piano ma non manca. C'è corrispondenza coi profumi ma in un contesto più equilibrato. Ha una dinamica tutta sua in bocca.
Sicuramente non è un vino facile, a qualcuno piacerà da matti (magari sugli erborinati...), altri lo bocceranno senza appello. Io lo promuovo con riserva.