martedì 27 settembre 2011

Oggi scrivo: lacrime e birra

Settimana scorsa, nonostante le ristrettezze economiche e l'acquisto dell'ennesimo paio di scarpe (mica per me...), mi sono concesso un aperitivo.
Mentre Ambra opta per il famoso analcolico biondo, io addocchio un frigorifero in fondo al locale e, dopo dodici secondi di dubbi e riflessioni scelgo una birra toscana alle castagne: la LOM. Non la conosco, ma mi intriga.
Molto buona, niente da dire. Un solo neo: la bottiglia da mezzolitro è costata dieci euro.
La retro etichetta recita:
L’uomo, la luce.
Qui si dice Lom per entrambi.
I lom a merz sono i fuochi accesi nei campi l’ultima notte di febbraio, quando l’uomo aiuta il sole a sorgere. È un rito primordiale che i nostri contadini celebrano da sempre. Sono loro a prendersi cura dell’albero che dà un frutto straordinario: il pregiato Marron Buono di Marradi, apprezzato in tutta Europa fin dal medioevo per il suo sapore unico. Questa birra è per loro. I nostri nonni l’avrebbero bevuta l’estate, nei campi inondati di sole.
Ieri come oggi, Lom è questo.
Vero che mio nonno non faceva il contadino, ma dubito fortemente che avrebbe speso per la birra quarantamila lire al litro...

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