lunedì 29 novembre 2010

Oggi bevo: Il Pinin, Provincia di Pavia IGT rosso 2007 - Dacarro

Sulle guide nulla e in rete nemmeno.
Il Pinin: è un rosso igt, lo fa l'azienda Dacarro a Borgo Priolo ed è a maggioranza merlot, con saldo di cabernet, pinot nero e croatina. Nessuna lavorazione particolare: una buona vigna, un anno in acciaio e poi in bottiglia, vendemmia 2007. Rosso porpora, quasi nero, compatto fino all'unghia, leggermente torbido ma qui è colpa mia che maneggiando la bottiglia ho smosso il fondo. Tutto nella norma comunque.
Al naso sono le sensazioni scure a dominare, con curiose note salate, richiami di liquirizia e pepe, buona l'intensità. In bocca entra vigoroso e di corpo, con un leggerissimo accenno di carbonica (che poi sparirà), bello il contrasto tra morbidezza (buona maturazione delle uve) e la spiccata salinità. Sorso di spessore, l'etichetta dice 14° ma in bocca non si sentono, segno di un buon equilibrio generale.
Per 7/8€ da provare, direi.
E mi piace anche l'etichetta, ecco.

Ci mancherai...


venerdì 26 novembre 2010

Oggi continuo a scrivere: "La Terra Trema" e "Semplicemente Uva"

Leggo sul blog di Corrado Dottori, eccellente vignaiolo marchigiano, la lettera inviatagli dall'organizzazione de La Terra Trema in merito all'evento Semplicemente Uva che cade, guarda caso, questo weekend. Sembrava interessante come manifestazione, ma dai contorni poco chiari, ad esempio non si sapeva chi esponesse. Corrado ha pubblicato il comunicato stampa, che condivido in toto e, sperando di essere in tempo, copio ed incollo.

"Da che parte stiamo/Brevi considerazioni in merito alle “cosiddette” coincidenze


Scriviamo questo breve comunicato mossi da una specie di senso d'urgenza, vuoi per le numerose sollecitazioni arrivate dai vignaioli de La Terra Trema, vuoi per le “mezze parole” o per altro tipo di suggestioni sopraggiunte da agenti "esterni".

La questione riguarda una manifestazione – nuova - che si svolge contemporaneamente alla nostra: Semplicemente Uva, organizzata da Davide Paolini.
Il sovrapporsi con altri eventi non è mai stato un problema per noi, è capitato altre volte e La Terra Trema non impone, né pretende alcun tipo di monopolio, anzi si augura che le economie dei vignaioli girino e bene.
Per questo motivo, quando ci hanno segnalato questa “fortuita coincidenza” non abbiamo dato troppo peso, abbiamo detto “si vedrà, aspettiamo di capire”.
La struttura comunicativa della suddetta manifestazione, sito e comunicati stampa, non aiutavano a capire però; per lungo tempo, avari di informazioni, non spiegavano né chi, né come, né perché.
Le cose sono emerse piano e con chiarezza solo pochi giorni fa, per merito dei vignaioli che - da parecchi anni - con La Terra Trema collaborano, ragionano, reagiscono.
In tanti hanno chiamato. E i racconti che ci riportavano rasentavano l’intimidazione mafiosa: vignaioli che, in nome del vino “cosiddetto naturale” si trovavano costretti a partecipare all’evento, a rinunciare alla partecipazione a La Terra Trema, un ricatto che arriva ritornava in modo prepotente anche da agenti e distributori.
Lo diciamo da un pezzo: le teorie del “buono, pulito e giusto”, del biologico naturale, sincero e semplice, da sole, non bastano e rischiano di diventare la miglior foglia di fico per nascondere ambigui interessi privati, economie balorde.
La Terra Trema lavora da molti anni perché le economie del vino (e delle agricolture in generale) girino intorno a chi le mani le sporca a fondo, nella terra, tra le foglie e i grappoli e non intorno a chi fa giusto lo sforzo di aggrapparsi a un telefono e chiamare e intimidire, minacciare ed escogitare deliranti ricatti.
Manifestazioni come Semplicemente Uva sono per noi l’esempio schietto di un mercato degenerato, malato e marcio, che - sfacciatamente - serve e protegge solo le solite lobbies.
Per questo motivo abbiamo deciso di imporre - per la prima volta - il nostro out out a quei produttori (pochissimi a dire il vero, giusto 2/3) che hanno aderito ad entrambi gli eventi; questo passaggio per noi si rende obbligatorio perché se per i vignaioli che partecipano a La Terra Trema non è chiaro il nostro tipo di discorso un progetto come La Terra Trema non ha motivo d’essere.
A onor del vero i produttori in questione hanno ritenuto di disdire la loro partecipazione a Su per partecipare a LTT, comprendendo a pieno le motivazioni che ci hanno portato a chiamarli.
Siamo sicuri che da quest’anno a Milano inizierà una guerra, quel che propone un evento come il nostro affossa per bene questi mestieranti del vino e della distribuzione, è la nostra (e la vostra) rivoluzione.
Questa discussione, ci auguriamo, si arricchisca delle vostre osservazioni, auspichiamo il vostro riscontro in merito - è fondamentale.

LaTerraTrema"

Oggi scrivo: La Terra Trema 2010


Vini e vignaioli autentici al Leoncavallo di Milano, in via Watteau n.7.
La quarta edizione di "La Terra Trema" inizia oggi, io ci andrò domenica.
Otto euri l'ingresso, più che giustificati dall'ottima organizzazione e dalla bravura dei produttori presenti, poi c'è la storia del prezzo sorgente che mi intriga e che permette acquisti decisamente convenienti.
Chi viene?

martedì 23 novembre 2010

Oggi bevo: Muller Thurgau La Giostra OP IGT 2007 - Montelio

E' un po' che non posto nulla, non trovo un vino che mi piaccia. Per dire: la settimana scorsa ho stappato una nosiola 2007 del Vignaiolo Giuseppe Fanti e, sempre del 2007, un pinot nero che mi dicono essere tra i migliori in Oltrepò: l'Arfena di Andrea Picchioni. Vini buoni senza dubbio, è che per un motivo o per l'altro non sono riusciti a conquistarmi, niente da fare.
Oggi ho stappato una bottiglia di muller thurgau La Giostra di Montelio. Conosco l'azienda ma credo di non aver mai bevuto nulla, almeno in tempi recenti.
E tanto meno di muller thurgau che, mea culpa, è un vino che ho sempre considerato poco.
L'azienda non ha un sito internet ma qualche notizia in rete l'ho trovata lo stesso.
La Giostra in particolare è si muller thurgau, viene criomacerato per un giorno e matura per 6/8 mesi in botti da 500 Lt.
Il colore è un bel giallo paglierino, piuttosto carico ma brillante, ancora lontano dalle tonalità dorate. Il naso è un po prevedibile alle prime snasate, note di banana, miele, nocciola, date più dall'affinamento nei legni che altro. In realtà non finisce li, e, dopo qualche minuto esce una bella nota minerale di pietra focaia ad impreziosire tutto. Il giorno dopo è ancora meglio, più rotondo nell'insieme, con un bel frutto tropicale in prima linea. Piuttosto complesso ed intenso, anche in bocca la sensazione di déjà vu è meno accentuata di quanto possa sembrare: buon corpo, caldo senza esagerare (son sempre 13,5°), morbido ma ben sorretto dalla spina acida e da una delicata mineralità.
Taglio moderno ma non sfacciato per questo buon muller thurgau, che tra l'altro si presta anche ad un discreto invecchiamento in cantina.
Per 9 € scarsi direi che è un affare.

giovedì 11 novembre 2010

Oggi bevo: Velenosi Brut 2004 - Velenosi

Tempo fa leggevo sulle pagine introduttive della guida dell'Espresso che una regola inglese per capire quando bere un vino diceva: "meglio tre anni prima che tre mesi dopo".
Sagge parole.
Ieri sera abbiamo stappato a casa di Andrea, che sicuramente starà leggendo, due bollicine per accompagnare un aperitivo prima e uno splendido risotto alla zucca poi.
Ribolla gialla spumante di Collavini 2005, splendida come sempre, ed un metodo classico marchigiano: il Brut di Velenosi.
Millesimo 2004, sboccatura 2007, stappatura 2010.
Troppo tardi, o quasi. Il tappocompattissimo e sembrava aver perso elasticità, nel bicchiere il vino ha una bella spuma, bolle fini e persistenti e un color giallo dorato molto carico, bello anche.
Il naso pesantuccio tradisce quel che poi sarà confermato in bocca, il sorso è stanco e manca di sostegno acido, l'effervescenza a dispetto della spuma è poco marcata, nel complesso appare un vino che andava bevuto tempo fa.
Probabilmente anche in gioventù doveva essere bolla più di curve che di spigoli.
Pazienza, sbagliando si impara.

Foto da internet.

martedì 9 novembre 2010

Oggi scrivo: ristorante pizzeria Il Mago, Binasco (MI)

Non sapevo se scrivere o meno questo post, poi ho deciso di si, tanto Max non credo lo leggerà...
Parlo di Max perché è un caro amico e gli voglio bene, davvero. Però è affidabile come un paio di zoccoli olandesi su un lago ghiacciato: giorni fa eravamo daccordo che sarebbe venuto a cena da me, una scusa per stappare qualche bottiglia giusta con un paio di amici e, guarda un po', si è dimenticato...
Il giorno dopo però mi ha chiamato, siamo usciti a cena e per farsi perdonare ha pagato lui.
Ecco, siamo andati al Mago. Il ristorante non è nuovo, è nuova la gestione (anche il nome credo) a cura di un gruppo di ragazzi nord africani.
A onor del vero c'ero già stato, e aspettai più di un'ora per la pizza, ma c'era un casino d'inferno.
Tornando alla cena con Max, quella sera niente pizza, le scelte furono: tortino di porcini e gamberi e risotto ai frutti di mare per me , cocktail di gamberi e tagliatelle al salmone per lui.
Il mio tortino non è arrivato a causa di un disguido con la cameriera e al posto suo sono arrivati dei crudi di pesce: ostriche che non ho mangiato e sulle quali non mi pronuncio, gamberi e pesce spada affumicato, quello delle buste al supermercato per intenderci. Sono arrivati completamete sommersi un una soluzione di olio e limone, sia i gamberi che lo spada, ma sommersi davvero! Oltre a non sentire il gusto del pesce mi son chiesto quanto spendano al mese in olio d'oliva..
Il cocktail di gamberi di Massimo erano gamberetti in salsa rosa, tutto corretto e preconfezionato come da manuale, non hanno usato nemmeno i gamberetti piccoli piccoli nei secchielli, pensa te che bravi.
Fin qui andava quasi bene, poi sono arrivati i primi.
E qui mi sono incazzato, perché se non sai fare un mestiere è meglio che ne fai un altro se ti vuoi far pagare.
Il mio risotto ai frutti di mare aveva tanto l'aria di essere uscito da una busta di quelle pronte da cuocere (avete presente? Quelle che le apri, aggiungi l'acqua e il gioco è fatto) , poi una volta impiattato è stato coperto dall'insalata di mare che veniva servita (penso...) come antipasto e passato al forno!
Vabbè mi son detto, la cazzata l'ho fatta io a prendere il risotto, dovevo scegliere qualcosa di più semplice.
Quando sono arrivale le tagliatelle di Massimo ho capito che no, la cazzata non è stata la mia ma del ristoratore: da un piatto di tagliatelle al salmone non ti aspetti nulla di che, ci sta. Ti aspetti però, vista la semplicità del piatto che siano quanto meno fatte bene.
Sono arrivate in una fondina ovale: un etto di tagliatelle che navigavano letteralmente in tre dita di panna liquida dal vago sentore di salmone, con tanto di pezzi di colonna vertebrale della povera bestia. Praticamente oltre alla forchetta sarebbe servita la cannuccia.
Io, perse le speranze, ho dirottato su un piatto di patatine fritte che sono arrivate per giunta crude, Max ha invece giocato il jolly e ha preso la carne: tagliata ai funghi porcini. Non so com'era la carne, ma so com'erano i funghi: avete presente quelli che mettono sulla pizza dai barattolazzi di tolla? Quelli color cacchetta che hanno la consistenza e l'aspetto delle lumache senza guscio spiaccicate? Ecco, proprio quelli.
Con una boccia di vino, due caffè e due limoncini per 60€ cifra tonda.
Anche no.

lunedì 1 novembre 2010

Oggi bevo: Balciana Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore DOC 2004 - Sartarelli

Sto imbiancando casa con Ambra e suo padre, o meglio, stiamo aiutando Carlo (il papà) ad imbiancare casa. E ieri sera, giustamente stanco ho deciso di premiarmi. Avevo in fresco la penultima bottiglia di Balciana, verdicchione da vendemmia tardiva di Sartarelli, una pietra miliare della denominazione.
Inconfondibile nel panorama dei verdicchi, uguale solo a se stesso: il Balciana o si ama o si odia.
Trattasi di 2004 e, credo, fatto ancora con uve in parte attaccate da botrite.
Comunque, il naso straborda frutta gialla matura, miele, accenni di zafferano e noce moscata, una mineralità appuntita che tiene il naso incollato al calice. Intensità e complessità ai vertici.
Gran corpo, sorso ricco e ancora fresco, pieno di sapore, piacevolmente evoluto ed affascinante. Rimane tatuato in bocca.
Buonissimo.